video suggerito
video suggerito

All’HangarBicocca la musica di Mikhail Rudy “accende” l’arte di Philippe Parreno

Nell’ambito della mostra “Hypotesis” dell’artista Philippe Parreno, l’HagarBicocca di Milano propone una serata unica che unisce arti visive e musica: mercoledì 27 gennaio il pianista Mikhail Rudy eseguirà dal vivo un repertorio scelto da Parreno in persona, pensato per “illuminare” e far parlare le sue opere.
A cura di Federica D'Alfonso
43 CONDIVISIONI
Philippe Parreno “Hypothesis” (immagine concessa da P. Parreno; Pilar Corrias Gallery; Gladstone Gallery; Esther Schipper; Fondazione HangarBicocca, Milan. Foto: ©Andrea Rossetti
Philippe Parreno “Hypothesis” (immagine concessa da P. Parreno; Pilar Corrias Gallery; Gladstone Gallery; Esther Schipper; Fondazione HangarBicocca, Milan. Foto: ©Andrea Rossetti

Dal 22 ottobre l'Hangar Bicocca di Milano ospita la prima mostra antologica in Italia dedicata all'artista Philippe Parreno, in programma fino al 14 febbraio. "Hypothesis", questo il titolo della retrospettiva, è concepito come un unico grande spazio in cui una serie di opere "si realizzano" in successione, come se seguissero una coreografia. E mercoledì 27 gennaio, alle ore 21, alla coreografia parteciperà anche il pianista francese Mikhail Rudy: un evento musicale senza repliche intitolato "Philippe Parreno's Playlist", in cui Rudy suonerà un pianoforte esposto in una sezione della rassegna, con un repertorio di brani scelti da Parreno in persona.

I brani saranno tratti in parte dai grandi compositori russi del Novecento di cui Mikhail Rudy è uno dei massimi interpreti, in parte dal repertorio dei maggiori sperimentatori della musica contemporanea come John Cage, Morton Feldman e György Ligeti. Un momento di coesistenza unica tra musica dal vivo e mostra: "Philippe Parreno’s Playlist" è infatti al tempo stesso un concerto per pianoforte e un inedito esperimento espositivo. "Hypothesis", come dice il titolo stesso, è una vera e propria ‘ipotesi' di mostra, che ricostruisce idealmente tutta la ricerca di Parreno: l'artista è noto per l'utilizzo di un'ampia varietà di canali espressivi tra cui film, video, musica, scrittura e disegno, e recentemente ha anche sperimentato il linguaggio dell'informatica per esplorare i confini dell'arte e della rappresentazione della realtà.

Nelle sale sono esposte le "Marquees", una serie di sculture in plexiglass realizzate tra il 2006 e il 2015 per l’ingresso della galleria Esther Schipper di Berlino. Sospese ad altezze differenti, le Marquees sono ispirate alle insegne luminose che negli anni Cinquanta venivano poste all’esterno dei cinema americani per promuovere i film in sala: nell’opera di Parreno esse diventano degli indicatori che non segnalano più un evento cinematografico, ma segnano lo spazio introducendo la possibilità di un evento o di un'opera, musicale o in immagini.

Philippe Parreno “Hypothesis” (immagine concessa da P. Parreno; Pilar Corrias Gallery; Gladstone Gallery; Esther Schipper; Fondazione HangarBicocca, Milan. Foto: ©Andrea Rossetti
Philippe Parreno “Hypothesis” (immagine concessa da P. Parreno; Pilar Corrias Gallery; Gladstone Gallery; Esther Schipper; Fondazione HangarBicocca, Milan. Foto: ©Andrea Rossetti

Disposte in fila, le diciannove Marquees sospese si illumineranno ad intermittenza,  seguendo il suono del pianoforte di Mikhail Rudy: il programma prevede 80 minuti di musica durante i quali il pubblico sarà libero di interagire con gli spazi espositivi della mostra, mentre il pianoforte suonerà capolavori come , "Morte di Isotta" dal Tristano e Isotta di Wagner, brani scelti da "Petrushka" di Stravinskij e "In a Landscape" di John Cage.

Come suggerisce Andrea Lissoni, curatore della mostra:

“Hypothesis” può essere considerato un modello sperimentale di mostra personale, dove opere già esistenti dell’artista sono riunite solo per la durata della mostra, creando un’unica, inedita ed effimera installazione temporanea, tornando al loro status originale a mostra conclusa. Il titolo “Hypothesis” rappresenta un’ipotesi per un progetto espositivo inteso come esperienza temporale: l’inizio e la fine della mostra non sono individuabili nello spazio, ma sono dispersi nel tempo, offrendo così al pubblico un’esperienza mutevole e senza confini, sia delle opere sia dello spazio espositivo stesso.

Nato in Russia, naturalizzato francese, Mikhail Rudy è stato allievo al celebre Conservatorio "Čajkovskij" di Mosca del pianista Jakov Flier. Ha esordito in occidente con il Triplo concerto di Beethoven, insieme con Mstislav Rostropovič e Isaac Stern, in occasione dei 90 anni di Chagall. Da allora si è espresso come solista ai massimi livelli internazionali, suonando nelle principali sale da concerto del mondo con le maggiori orchestre e i principali direttori.

43 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views