Alexis Tsipras in Italia: “La sinistra si unisca per cambiare l’Europa”
Alexis Tsipras, numero uno di Syriza, la coalizione della sinistra radicale in Grecia, è sbarcato oggi a Roma per una tre giorni durante la quale formalizzerà, anche in Italia, la sua candidatura a presidente della Commissione Europea. Il 40enne greco stamattina ha incontrato i partiti i un gruppo di intellettuali (Andrea Camilleri, Paolo Flores d’Arcais, Luciano Gallino, Marco Revelli, Barbara Spinelli e Guido Viale) che hanno lavorato all'organizzazione della sua candidatura. Una candidatura che lo stesso Tsipras ha affermato essere sorta dall'aver "lottato insieme" già dal 2001, quando era "uno dei manifestanti cui fu impedito di arrivare a Genova" per protestare contro il G8. "E quella – ha detto il leader di Syriza – era già l’Europa che volevano costruire: una Europa autoritaria e sempre meno democratica". Un continente dove "il capitale può circolare liberamente, ma non le persone. Ma siccome si può impedire alle persone di circolare, ma non alle idee, noi siamo qui a difendere le idee e i valori della solidarietà, della democrazia reale, della coesione sociale. Questa è la nostra risposta alla crisi provocata dal neoliberismo".
Nel pomeriggio Tsipras è stato arrivato al Teatro Valle Occupato, definito "luogo di lotta e di speranza", che lo ha accolto con uno striscione con su scritto "come è triste la prudenza". Nel suo lungo intervento il 40enne ha menzionato più volte la Grecia, "luogo dove la troika ha sperimentato le sue ricette di austerity sulla pelle dei cittadini". Tsipras ha ricordato l'esperienza di Syriza, invitando i soggetti della sinistra italiana a collaborare: "La crisi deve consentirci di accantonare le nostre differenze e valorizzare le cose in comune: è questo il modello Syriza.
Il greco ha più volte criticato le istituzioni finanziarie europee e invitato ad unirsi per il destino di "lavoratori, precari, disoccupati, agricoltori, migranti. Tutti coloro che la crisi ha diviso". Non sono mancate due citazioni dell'attualità italiana: i casi Fiat ed Electrolux. "Marchionne ha trasferito la sede in Olanda e Gran Bretagna; alla Electrolux vogliono abbassare gli stipendi dei lavoratori del 40% e portarli ai livelli della Polonia. Ma quanta ragione ha avuto la Fiom in questi anni?". Infine ha lanciato una provocazione: "Ma chi può credere che voi italiani possiate pagare un debito di 2.100 miliardi di euro da qui alle prossime generazioni? Dobbiamo costruire un bilancio unico europeo e proporre temi come la trasformazione in chiave ecologica della produzione e l'ampiamento dei diritti degli oppressi e sfruttati".