Alessandro Siani a Fanpage: “Dedico il mio libro a Pino Daniele”
Alessandro Siani è venuto a trovarci nella redazione napoletana di Fanpage.it per parlarci del suo nuovo libro, pubblicato da Mondadori, intitolato “Troppo napoletano”: “Quante volte i miei concittadini sono stati segnati da un fatidico e superficiale commento, ‘Sei troppo napoletano’. Scusate, ma che razza di giudizio è?”.
A partire da questo spunto Siani ha costruito un libro divertente e non banale strutturato in 20 piccoli capitoli ciascuno dei quali è introdotto da un tweet di un personaggio del mondo dello spettacolo rigorosamente non napoletano: “Ho chiesto ad alcuni amici tra cui Ramazzotti, Claudio Bisio, Fabio Fazio… di riassumere in 150 caratteri il “carattere” dei napoletani, per vedere che effetto fa dall'esterno. Ne nasce così un ‘tweetbook anche se non tutti hanno rispettato lo spazio assegnato’”. Un esempio? Secondo Claudio Bisio “C’è chi napoletano ci nasce e chi ci diventa. Io modestamente, ci divenni. Grazie a un paio di film sono stato (con mio sommo piacere) adottato da questa città. E ancora oggi, quando mi aggiro per il Lungomare o per i Quartieri Spagnoli, la gente mi urla: ‘Jamme ja’. E io non posso far altro che rispondere ‘Napoli jamme ja’”.
Inoltre alla fine di ogni capitolo c’è anche un piccolo test a risposta multipla e in calce al libro le risposte “giuste” per essere considerato un “troppo napoletano”. Una delle più divertenti è: “Sei religioso? Sì, No, P’ammore e Dio!
Il libro spazia da brevi storie comiche come quella relativa alla visita di Papa Francesco a Napoli o all’ossessione ormai dominante per i programmi di cucina a momenti più seri come il capitolo “I mancati napoletani”, “La lingua napoletana, Patrimonio dell’Umanità” in cui c’è una piccola ma appassionata digressione sugli usi della lingua napoletana come ad esempio la mania per le ripetizioni “cuoncio-cuoncio”, “sano-sano”, le pronunce, i modi di dire…
Infine, dulcis in fundo, una dedica speciale a Pino Daniele che Siani ha voluto leggere per noi a conclusione dell’intervista e di cui qui vi riportiamo il testo: “Quando dici Napoli, dici Pino Daniele. In ogni nota, in ogni parola delle tue canzoni mettevi sempre il cuore. Ne mettive tanto, ne mettive assaje, e accussì te l’hê cunsumato. E allora grazie, Pinù: hai fatto questo per noi. Così tutte le volte che ascoltiamo una tua canzone, se chiudiamo gli occhi, possiamo sentire ancora i tuoi battiti. Non basterebbe dedicarti una piazza o una strada. A te devono dedicare tutta la città. Che da oggi non si chiamerà solo Napoli. Si chiamerà Napule è”.