Alessandro Gassmann racconta “Qualcuno volò sul nido del cuculo” (ANTEPRIMA BACKSTAGE)
Dal 10 al 19 aprile al Teatro Bellini di Napoli debutta in prima nazionale il nuovo spettacolo dell’attore e regista Alessandro Gassmann, “Qualcuno volò sul nido del cuculo” tratto dall’omonimo romanzo di Ken Kesey e riadattato dallo scrittore napoletano Maurizio de Giovanni che ha spostato l’azione, su richiesta del regista, dall’ospedale psichiatrico californiano in cui è ambientato anche il celeberrimo film di Miloš Forman, al manicomio di Aversa, in provincia di Napoli. Noi vi raccontiamo in anteprima lo spettacolo con un video backstage con immagini inedite e un’intervista a Gassmann.
Qualcuno volò sul nido del cuculo, il romanzo
Dopo aver lavorato come volontario in un ospedale psichiatrico per veterani di Menlo Park, California, lo scrittore Ken Kesey, esponente della controcultura americana a cavallo tra gli anni ’50 e ’70, scrisse nel 1962 il romanzo che gli diede grande notorietà: “One Flew Over the Cuckoo's Nest” (Qualcuno volo sul nido del cuculo) laddove l'espressione "Cuckoo's Nest" in gergo indica proprio i manicomi. Kesey aveva trascorso molto tempo con i pazienti dell’istituto di Palo Alto, spesso sotto effetto di droghe psicoattive, giungendo alla conclusione che gli individui internati nell’ospedale non fossero “pazzi”, ma piuttosto non conformi a certi stereotipi sociali e culturali e per questo rinnegati dalla società. Qualche anno prima della stesura del libro Kesey prese parte a uno studio finanziato dalla CIA alla Stanford University sulle sostanze psicoattive. Le cavie erano invitate a redigere lunghi resoconti riguardo le esperienze a contatto con droghe come LSD, mescalina… Alcuni sostengono che sia stata proprio questa la fonte di ispirazione del romanzo.
Il film di Miloš Forman
“Qualcuno volò sul nido del cuculo” è un film del 1975 diretto dal regista ceco Miloš Forman (“Ragtime”, 1981; “Amadeus”, 1984; “Larry Flynt oltre lo scandalo”, 1996) e interpretato da uno strepitoso Jack Nicholson. È unanimemente considerato come uno dei massimi capolavori del cinema americano di quegli anni. L’innovazione tematica e la crudezza con cui sono raccontate le condizioni dei pazienti negli ospedali psichiatrici gli valse ben cinque oscar (regia, film, attore, attrice, sceneggiatura) caso unico nella storia del cinema insieme con “Accadde una notte” di Frank Capra e “Il silenzio degli innocenti” di Jonathan Demme. Nel 1971, a nove anni dall’uscita del libro e quattro prima del film, Dale Wasserman ne realizzò, per Broadway, un adattamento scenico che ha poi costituito la base della sceneggiatura del film. In un primo momento lo stesso Ken Kesey fu coinvolto nella lavorazione ma nell’arco di poco tempo si defilò. Anni dopo ha dichiarato di non aver mai visto il film e di non aver condiviso la scelta di non far narrare la vicenda dal Capo Bromden così come avviene nel romanzo.
Qualcuno volò sul nido del cuculo, lo spettacolo
Partendo dalla drammaturgia di Dale Wasserman, Gassmann ha chiesto allo scrittore napoletano Maurizio de Giovanni di spostare la vicenda, fortemente ancorata alla realtà americana di quegli anni, portandola più vicino a noi. E così Randle McMurphy, un delinquente incallito che si finge pazzo per sfuggire alla galera, diventa Dario Danise e la sua storia e quella dei suoi compagni si trasferisce nell'Ospedale psichiatrico di Aversa, nel 1982. Lo spettacolo conta ben 12 attori e un impianto tecnico e scenografico, firmato da Gianluca Amodio, davvero notevole. In scena Daniele Russo veste i panni del protagonista Dario Danise e Elisabetta Valgoi quelli della inflessibile suora e capo infermiera dell’ospedale. Abbiamo assistito in anteprima a una prova “filata” dello spettacolo che vi documentiamo nel video speciale. Al netto dei tanti cambiamenti che il regista avrà apportato e starà apportando tuttora durante le ultime prove, quello che possiamo dire è che lo spettacolo colpisce subito per l’impatto scenografico e video scenografico, per la bravura degli attori (Mauro Marino, Marco Cavicchioli, Giacomo Rosselli, Alfredo Angelici, Giulio Federico Janni, Daniele Marino, Antimo Casertano, Gilberto Gliozzi, Gabriele Granito, Giulia Merelli) ciascuno portatore in scena di una propria lingua (dal bolognese, al veneto, al napoletano). Insomma è uno spettacolo alla Gassmann, ha tutti gli ingredienti tipici del suo teatro: un tema di partenza molto forte e coinvolgente, una confezione elegante e tecnologica, grande attenzione alla recitazione e ai movimenti, montaggio in continuum senza “stacchi”. In scena al Teatro Bellini di Napoli fino al 19 aprile… diteci la vostra.