Al Mudec di Milano 100 opere di Paul Klee in mostra sul fascino del primitivo e del selvaggio
Cento opere di Paul Klee dell’autore sul tema del “primitivo” e del "selvaggio", provenienti da importanti musei e collezioni private europee in mostra al Mudec di Milano alla ricerca dell'origine dell'arte. Il fascino del grande artista surrealista per il primitivismo, che il maestro della Bauhaus ebbe modo di approfondire durante il suo primo viaggio in Italia, tra l’autunno del 1901 e la primavera del 1902.
A ispirarlo, durante la sua permanenza nel Belpaese, fu la scoperta dell'arte paleocristiana a Roma, motivo conduttore delle cinque sezioni in cui viene suddivisa la mostra aperta al pubblico fino al 3 marzo 2019. Sono presenti opere mai viste in Italia, come l’opera “Artista nomade – Manifesto” del 1940 o il dipinto "Roccia artificiale" del 1927. Di particolare interesse, curata da Michele Dantini e Raffaella Resch, sono le sezioni in cui sono presenti dalla “caricatura” al periodo in cui Klee si definisce anche “illustratore cosmico” a un primitivismo di tipo “epigrafico”, la cui sezione di riferimento non a caso è intitolata “alfabeti e geroglifiche d’invenzione”.
Un'altra sezione è costruita intorno al tema dell’arte extraeuropea e dell’arte dell’infanzia. Le origini primordiali dell’arte per Klee sono da ricercarsi in questi ambiti dove egli indica che sia possibile operare una vera “riforma”.
Una originale re-invenzione del teatrino di marionette che Klee aveva costruito per il figlio Felix, viene posta insieme a una selezione delle opere etnografiche del MUDEC. Infine, la sezione dedicata a “policromie e astrazione” designa un diverso insieme di opere, caratterizzate, oltreché dal rigoroso disegno geometrico per lo più associato a motivi architettonici, dalla trasparenza di differenti velature di colore.
