Al Met la mostra record su arte e cattolicesimo: da D&G al Vaticano quanto è cool il crocifisso
Il vernissage dello scorso maggio con i vip agghindati dai più noti marchi della moda mondiale era stato un preludio niente affatto male in termini di risonanza mediatica. Ma il successo della mostra "Heavenly Bodies: Arte e immaginazione cattolica" in questi mesi è andato oltre. Raggiungendo oltre un milione di visitatori al Metropolitan di New York, proponendosi di battere quella sui "Tesori di Tutankhamun" del 1978 che attirò 1.360.957 visitatori, entro l'8 ottobre quando l'esibizione nel primo museo statunitense si concluderà.
La grande rassegna, organizzata dal Constume Institute con il Dipartimento di Arte Medievale del Museo, aveva aperto i battenti con il red carpet del primo lunedì di maggio, dove madrine d'eccezione erano state Anna Wintour, Rihanna e Donatella Versace. La Santa Sede ha contribuito al successo della mostra, avendo prestato 40 capolavori di abbigliamento liturgico, incluse le scarpe rosse di Giovanni Paolo II, provenienti dalla sagrestia della Cappella Sistina, molti dei quali non avevano mai lasciato il Vaticano.
Il successo di "Heavenly Bodies", che accosta capi di alta moda firmati da Versace, Cristobal Balenciaga, Jean Paul Gaultier, Alexander McQueen e tanti altri, è ancor più significativo in quanto, da marzo, il Metropolitan ha introdotto il biglietto di ingresso per il pubblico non residente nell'area metropolitana di New York. Quanto ad afflusso di pubblico la mostra ha segnato un record per il Constume Institute, piazzandosi al terzo posto in generale per il Met: davanti cioè ai "Tesori del Vaticano" del 1983 e dopo "Mona Lisa" del 1963. Ad accogliere il milionesimo visitatore erano presenti in museo la stessa Wintour e Andrew Bolton, il chief curator del Constume Institute, che per un'ora hanno firmato cataloghi per i visitatori.