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Addio all’artista Eugenio Carmi, il “fabbricante di immagini” maestro dell’astrattismo

Si è spento a Lugano l’artista Eugenio Carmi. Maestro dell’astrattismo, conosciuto a livello internazionale per la sua arte “ribelle” ma “rigorosa”, come lui stesso amava definirla. “Un artista” ha raccontato la figlia Francesca, “sia nella vita che nel lavoro, con lo spirito da esploratore di un bambino”. Oggi Eugenio Carmi avrebbe compiuto 96 anni.
A cura di Federica D'Alfonso
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È morto a Lugano l'artista genovese Eugenio Carmi. È stato uno dei maestri dell'astrattismo italiano, protagonista della Biennale di Venezia nel 1966 e di un'esposizione al Moma di New York nel '67. La figlia Francesca lo ha ricordato così: "si è spento serenamente. Fino a Natale andava in studio ogni giorno, in bicicletta o in tram. Era perennemente curioso, e aveva una grande passione per la scienza. Un artista", ha raccontato, "sia nella vita che nel lavoro, con lo spirito da esploratore di un bambino". Oggi avrebbe compiuto 96 anni.

Nato a Genova il 17 febbraio 1920, inizia a dipingere a 15 anni, prendendo già le prime lezioni di pittura. L'inizio della sua carriera artistica fu grandemente influenzato dal maestro Felice Casorati, dal quale si distaccherà progressivamente per abbracciare l'arte informale, per la quale diviene famoso a livello internazionale fra gli anni Cinquanta e Sessanta. Nel 1970 passa all'astrattismo geometrico, che lui stesso definisce "rigoroso" e "ribelle": geometrie dai colori decisi, impatto grafico, ma anche opere estremamente materiche e poetiche che richiamano il suo periodo più strettamente informale.

La direzione artistica dell'Italsider

Negli anni del boom economico il suo lavoro artistico si proietta nell'allora nascente ambiente industriale: laureato in chimica al Politecnico Federale di Zurigo, gli anni Sessanta lo vedranno impegnato anche nel lavoro di grafico pubblicitario, come membro dell'Alliance Graphique Internationale. Assume poi la direzione artistica dell'industria siderurgica Italsider. Diviene famoso per questa arte applicata: Carmi è figlio dell'era industriale e di quella realtà che è stata cuore pulsante della Liguria. Proprio per la grande industria dell'acciaio Carmi disegnò i cartelloni dell'antinfortunistica, ai quali Umberto Eco ha dedicato un trattato di semiotica.

Il Palazzo Ducale di Genova, città nella quale è vissuto e ha operato per lungo tempo, esattamente un anno fa gli dedicava l'antologica "Speed limit40", curata da Nicoletta Pallini. Negli ultimi anni Carmi si era interessato allo studio della matemantica e della natura, presente in modo simbolico in molte sue opere. A tal proposito era solito dire:

Aumenta il mio interesse a realizzare opere sulla sezione aurea mano a mano che aumenta il mio interesse per le regole della natura e che aumentano le mie letture scientifiche sulla presenza nella natura di regole molto precise e funzionali.

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