Addio al poeta russo Evtushenko. Aveva dichiarato: “Seppellitemi vicino a Pasternak”
Il grande poeta russo Evgenij Evtushenko è morto all'età di 84 anni. Evtushenko, simbolo del disgelo tra Usa e Urss era malato da molto tempo ed è deceduto in ospedale a Tulsa, in Oklahoma. Nel 1991, dopo la caduta del blocco sovietico, si era trasferito negli Stati Uniti, paese nel quale per primo si è diffusa la notizia della sua scomparsa. La causa del decesso sarebbe da attribuire a un arresto cardiaco.
Evtushenko era nato nel 1932 nella regione in Siberia, nella città di Irkutsk in Siberia. In origine il suo nome era Evgenij Gangnus, ma decise di cambiare il cognome tedesco paterno per assumere quello russo della madre. Nel 1952 fu eletto membro dell’Unione degli scrittori sovietici, il più giovane di sempre. Successivamente alla scomparsa del dittatore sovietico Josef Stalin e con l'inizio di quella stagione definita del disgelo tra Usa e Urss la sua poesia era diventata molto conosciuto, trovando un'enorme diffusione.
Nel 1962 compose “Gli eredi di Stalin”, una poesia realizzata successivamente alla rimozione del corpo di Stalin dal mausoleo dedicato alla memoria di Lenin, il fondatore della Rivoluzione russa, presente nella Piazza Rossa di Mosca. Successivamente era stata una voce fortemente critica dell'intervento sovietico in Cecoslovacchia, da qui nacque l'idea di “I carri armati percorrono Praga”.
Solo dopo la fine dell'Urss si era però trasferito lontano dal suo paese, andandosene negli Usa, dove insegnava all'università di Tulsa, in Oklahoma, cittadina nella quale è morto oggi. Pare che il suo ultimo desiderio prima di morire fosse quello di essere sepolto nel piccolo cimitero del villaggio di Peredelkino, vicino la capitale russa, sede dei monumenti funerari di tutti gli scrittori sovietici. Prima di morire Evtushenko avrebbe dichiarato di voler essere sepolto vicino a Boris Pasternak, l'autore del Dottor Zivago.
