Addio ad Andrea Camilleri: cos’è la felicità secondo il grande scrittore siciliano
Lo scrittore Andrea Camilleri è morto stamattina a Roma, dopo una vita piena, ricca, immensa. Un gigante che come tutti i giganti ci ha lasciato, nonostante i 93 anni, con addosso la sensazione che sia stato comunque troppo presto. La verità è che il pubblico italiano ha amato non solo i libri su Montalbano e tutti gli altri, firmati dalla sua impareggiabile penna, ma ha amato anche il "personaggio" Camilleri, che era quanto di più vicino potesse essere rispetto alla sua persona.
Un gigante, abbiamo detto, che ci ha lasciato molte perle, tante frasi celebri, in un perfetto italiano o in antico siciliano, perché Andrea Camilleri era anche questo: un ambivalente e istrionico scrittore, un regista teatrale, un insegnante, un drammaturgo. Tra le sue frasi memorabili che in queste ore stanno correndo in rete, ce n'è una che la sua agenzia letteraria, la Alferj e Prestia – una delle più prestigiose agenzia del nostro panorama letterario, che tramite Valentina Alferj è stata occhi e mani di Camilleri, da quando era diventato cieco – ha pubblicato sulla sua pagina Facebook, quella sulla felicità, una riflessione profonda, a tratti amara, fondamentalmente poetica, che suona oggi ancor di più che il maestro ci ha lasciati orfani della sua presenza:
È fatta di un nulla la felicità. Come quelle farfalle che prendi per le ali e poi lasci andare e sulle dita ti resta una polvere d'oro. Attenzione, perché la felicità, a volte, vi è passata accanto e non ve ne siete accorti. Io sono stato felice per pochi attimi e per cose inspiegabili.