Addio a Philip Roth, lo scrittore premio Pulitzer è morto a 85 anni
È morto a 85 anni il gigante della letteratura contemporanea americana Philip Roth. A dar notizia della scomparsa dello scrittore è stato il New York Times che ha citato anche l’amica Judith Thurman. Inoltre la morte dello scrittore è stata confermata dal suo agente letterario Andrew Wylie. Scrittore prolifico, il lavoro di Philip Roth è considerato un'esplorazione profonda e critica dell'identità americana. Roth viveva tra New York e il Connecticut ed è morto martedì notte in un ospedale di New York per un’insufficienza cardiaca. Nato il 19 marzo 1933 a Newark, nel New Jersey, nipote di ebrei europei che facevano parte dell'ondata migratoria negli Stati Uniti del XIX secolo, Philip Roth è stato uno scrittore che ha vinto la maggior parte dei riconoscimenti letterari esistenti, a partire dal Premio Pulitzer nel 1998 per “Pastorale Americana”, una delle sue opere più note, ma non è riuscito a conquistare il Premio Nobel.
Oltre trenta i libri pubblicati e tradotti in molte lingue – L’esordio risale al 1959, quando scrisse “Addio Columbus”, e dieci anni dopo arrivò il grande successo con “Lamento di Portnoy”, tragedia e commedia personale, raccontata dal protagonista Alexander Portnoy al proprio analista, intorno alle proprie nevrosi sessuali e alle proprie radici ebree. “La macchia Umana”, Nemesi”, “Lo scrittore fantasma”, “Ho sposato un comunista”, solo alcune delle sue tante opere. La sua poetica copriva la vita familiare ebraica, il sesso e gli ideali americani. Parlando dell’“universalità” della sua scrittura, Roth amava ripetere “Non scrivo in ebraico, scrivo in americano”. Dopo aver smesso di scrivere (lo aveva annunciato nel 2012) Roth si divideva tra il villino nella campagna del Connecticut dove ha scritto molti dei suoi libri, e l’Upper West Side di New York. Oltre trenta i libri pubblicati e tradotti in molte lingue nel corso della sua carriera.