Addio a Gualtiero Marchesi: nel suo Almanacco i consigli per un’alimentazione felice
Ci ha lasciati a 87 anni il signore della cucina italiana Gualtiero Marchesi, lasciando il mondo del food italiano (e non solo) in lutto. Grande chef – come è noto il primo italiano a ottenere le tre stelle Michelin, ma anche amante dell'arte e della cultura – che attraverso l'esperienza diretta della sua cucina è riuscito a mostrare agli italiani come provare ad alimentarsi in maniera semplice e allo stesso tempo colta. Per tutti coloro che da oggi non potranno più assaggiare le sue ricette, esistono diversi i libri e ricettari del grande chef a disposizione. Dalle oltre 1200 preparazioni de "La cucina italiana. Il grande ricettario" (De Agostini) interpretate nella "filosofia" Marchesi fino a "L'almanacco in cucina. Le stagioni in tavola raccontate attraverso i prodotti della terra" (Rizzoli). A legare i diversi volumi frutto dell'esperienza in cucina del grande cuoco il filo rosso di un'alimentazione semplice e sostenibile, legata alla tradizione italiana, in una parola: felice.
La cucina italiana, vademecum per appassionati
Il grande ricettario comprende ricette familiari e regionali, rivisitate con gli occhi di un cuoco che sa valorizzare i piatti della tradizione e interpretare le nuove tendenze con tecniche e segreti dell'alta cucina. Dall'antipasto al dolce, un percorso nelle vie del gusto ricco di proposte e di idee. Dalle preparazioni più classiche a quelle più ricercate, un vademecum completo per cuochi appassionati, ma anche un prezioso aiuto per chi muove i primi passi in cucina seguendo gli insegnamenti di un grande maestro.
L'almanacco in cucina
Nell'Almanacco, invece, a prendere campo sono le stagioni in tavola raccontate attraverso i prodotti della terra. Qual è il momento più adatto per mangiare le fragole? Che differenze d'impiego ci sono fra i carciofi inermi e quelli spinosi? Perché il radicchio di Treviso ha quel bel colore rosso? A queste e a tante altre domande rispondono Gualtiero Marchesi e Fabiano Guatteri mettendosi nei panni del consumatore di oggi che, disorientato davanti all'offerta costante di ogni tipo di frutta e verdura, ha perso la bussola del tempo e delle stagioni. Insieme ci spiegano che se aspettiamo il periodo di maturazione naturale, ne beneficeremo in molti modi: nel gusto, negli apporti nutrizionali, nel risparmio sulla spesa quotidiana. E stando al passo con la natura, avremo anche aiutato i nostri agricoltori a fare bene il loro lavoro.
Tante le chicche da ritrovare nei libri di Marchese. Aneddoti, racconti, piccoli fatti che aiutano il lettore a orientarsi nella giungla culinaria contemporanea. Come, ad esempio, capire quand'è che vanno mangiate le ostriche. Nei mesi con la “r”, ci ricorda Marchesi, quelli più freddi, in cui le temperature dell’acqua marina sono più basse. Più quello di gennaio, perché in francese infatti gennaio si dice janvier.
Ostriche, mozzarella e bratwurst
Fantastico, poi, il racconto del primo incontro di Marchesi con le ostriche: ventenne a Parigi ne mangiò una sessantina e si sta ancora chiedendo dove sia riuscito a mettere tutti quei molluschi. Sorprendono (ma non più di tanto), le passioni culinarie del grande cuoco, non solo ostriche raffinate: dalla passione per i latticini, in particolare per la mozzarella napoletana, fino al bratwurst tedesco, di cui è stato a lungo appassionato per via di lungo soggiorno giovanile in Svizzera.