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Achille Lauro: “Spero che tra 20 anni non si ricorderanno di me ma delle mie canzoni”

Achille Lauro ha presentato il suo disco Comuni mortali, un album di dediche, come ha spiegato, parlando della madre, dell’amore, della periferia e della sua Roma.
A cura di Francesco Raiola
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Achille Lauro Secret Show (ph Giulia PArmigiani)
Achille Lauro Secret Show (ph Giulia PArmigiani)

Quello che incontra i giornalisti è un Achille Lauro che pare in pace, non solo sorridente, tranquillo, ma proprio in una fase della vita in cui ha trovato il modo, almeno in parte, di liberarsi da qualche ansia, come quella dei numeri e del mercato, come sottolinea più volte. Non sappiamo se è vero – ce lo ripeteva anche a Sanremo -, possiamo solo credergli e constatare che dopo anni di ricerca, di temi, di suoni, con Comuni mortali forse ha trovato una strada. Lo spiega lui stesso, ma Incoscienti giovani e Amore disperato avevano dato già un'idea della strada cantautorale, con influenza della scuola romana, che Lauro voleva prendere. Certo, Roma, ma Lauro ha anche scritto una canzone per Mina: "Non gliel'ho ancora mandata, però ho una cosa bella".

Come nasce Comuni Mortali, nuovo album di Achille Lauro

Se da una parte sembrano lontani gli anni di Ragazzi madre e Pour l'amour è anche vero che quest'ultimo album conteneva già germogli del Lauro futuro, quello che voleva sperimentare e cercare di trovare la sua via. Venditti, De Gregori, Califano hanno fatto il resto, portandolo a una crescita importante: "Comuni mortali è l'espressione che secondo me racchiude al meglio quello che siamo tutti, racchiude la fragilità dell'essere umano. È un disco che parla sicuramente di un me diverso da quello di tanti anni fa, di un me cresciuto che ha una consapevolezza diversa. È un disco di dediche: a Roma, a mia madre, ai miei grandi amori, ai miei amici, tutte le persone che hanno contribuito al percorso della mia musica".

"Quest'album l'ho scritto tra Los Angeles e New York, in uno di quei periodi in cui sono riuscito a guardarmi tanto dall'esterno, a essere fuori dalle logiche di mercato, quel mercato discografico che a volte è deleterio per gli artisti – racconta l'autore romano che poche ore dopo avrebbe abbracciato la Capitale con un concerto a Piazza di Spagna -. È anche un momento molto importante perché siamo riusciti ad abbracciare tante generazioni nonostante il mio percorso sia stato completamente fuori controllo e anche a volte anti mercato: c'è chi dice che ho provato a far saltare in aria la mia carriera tutti i dischi. Però stavo solamente cercando di essere coerente con quello che ero in quel determinato momento. Io sono grato alla mia vita spericolata e tutto quello che mi è successo.

Achille Lauro Secret Show (ph Giulia PArmigiani)
Achille Lauro Secret Show (ph Giulia PArmigiani)

Il rapporto con la madre e la canzone dedicata

Si chiama Cristina la canzone che Lauro ha dedicato alla madre, tema fisso della trap italiana – ma non solo. "Non solo ho sempre protetto il nostro legame, sono anche sempre stato molto timido rispetto a certe cose – spiega l'artista -. Io ho vissuto da solo, senza i miei genitori, e non ho mai detto a mia madre che volevo fare il cantante, se non quando ha visto un inserto di Venerdì di Repubblica. Chiaramente non capiva cosa stesse succedendo., perché c'era l'articolo sul giornale. Però sono arrivato in un momento in cui mia madre fa parte di questa storia, ho raggiunto anche un livello di popolarità e di importanza di questo percorso che trovavo bellissimo lasciare qualcosa anche per lei". Lauro spiega che la madre non l'ha ancora ascoltata, la canzone che le ha dedicato: "L'ascolterà quando uscirà il disco probabilmente, non ne ho parlato con lei di questa canzone e neanche lei mi ha chiesto: "C'è una canzone dedicata a me".

Il rapporto con Roma descritto in Amor

Dopo questa presentazione Lauro è scappato perché aveva un mini live a Piazza di Spagna, un concerto annunciato il giorno prima su Instagram a cui sono accorsi tantissimi fan, pronti ad ascoltare vecchie hit, ma anche qualche anticipazione, come il prossimo singolo – in parte spoilerato sui social – che si intitola Amor che, letto al contrario dà proprio… insomma, lo sapete. E Roma è la città natìa, quella amata, quella da cui è partito e punto di arrivo, soprattutto se la si guarda dal punto di vista musicale: "Amor credo che sia una canzone molto interessante per il mio percorso perché prima di tutto è una dedica a Roma vista come una donna, ma è anche una dedica a qualcuno che ami: quando scrivi una canzone dedicata c'è sempre comunque una musa dietro".

Lauro ne parla come di una canzone d'amore anomala, che possono dedicarsi gli amori che nascono e non – come spesso capita – quelli che finiscono: "Questa se la possono dedicare i grandi amori iniziati. Credo che sia uno di quei momenti in cui mi sento nel posto giusto nel momento giusto" spiega e in generale dice che "nell'album ci sono anche storie di sofferenza, è un album non facile, ecco, non è pensato per la radio, ma credo sia un album di grandi canzoni ed è arrivato naturalmente, in un percorso iniziato con Amore disperato, passando per Incoscienti giovani e arrivato fin qui". La sera la farà due volte, e i fan già la cantano a memoria.

Achille Lauro Secret Show (Giulia PArmigiani)
Achille Lauro Secret Show (Giulia PArmigiani)

Fuori da mercato e numeri

Come dicevamo uno dei temi ricorrenti del cantautore è quello del cercare di sostentarsi senza l'assillo del mercato discografico, cercando di smarcarsi dalle sue storture pur facendone parte e alimentandolo: "Non sto più a rincorrere forzatamente il gioco dei numeri, quello dell'estate o della canzone che fa ridere, non mi frega un cazzo. Mi frega solamente di lasciare qualcosa di grande nelle persone. Credo che il bello della musica sia proprio questo, che quando scrivi una canzone diventa dalle persone, lo so che sembra una banalità, ma non lo è. Tra 20 anni le persone forse non si ricorderanno di Achille Lauro in quanto Achille Lauro, si ricorderanno il momento della loro vita caratterizzato da quella canzone che gli ha smosso qualcosa. Per questo mi piace pensare di poter provare a fare qualcosa che resti e smuova qualcosa nelle persone, un po' come è stato per me con le grandi canzoni, col grande cantautorato romano, e con quello italiano in generale".

Il repertorio per i concerti nei palazzetti

Lauro fa anche un riferimento ai suoi live, come i due sold out al Circo Massimo del 29 giugno e dell'1 luglio e al tour nei Palazzetti, flexando – sì, dai, possiamo dirlo – alcune delle sue hit: "Per i Palazzetti e i live ho tante canzoni, voglio gestirle bene, pubblicarle, arriverò al 2026, al tour dei Palazzetti, con tantissima musica nuova che mi permetterà di fare un live come lo sogno, un live di canzoni, poi io mi rendo conto di avere un repertorio già importante e credo che sia una grande ricchezza. Perché anche se non mi conosci come artista, conosci comunque canzoni come C'est la vie, Me ne frego, 16 marzo, Bam bam Twist, Incoscienti giovani, Amore disperato o Thoiry" spiega Lauro.

Achille Lauro (ph Giulia PArmigiani)
Achille Lauro (ph Giulia PArmigiani)

Lauro è fidanzato? La risposta del cantante su amore e figli

E se questo è un album sull'amore, con tante dediche, come è messo con i fidanzamenti? "Sono stato tanti anni con una ragazza, quindi non è che dico: ‘No, non mi interessa', conosco che cosa vuol dire avere una relazione molto lunga e so cos'è l'amore ma adesso nella mia vita vivo l'amore in una maniera mia, personale. L'amore per me è veramente incondizionato, è dare senza chiedere, è qualcosa che va oltre le relazioni. Non ho alcuna relazione, e sinceramente so stare da solo, ho la grande fortuna di di saper stare da solo, di saper affrontare la vita da solo e non ho quell'esigenza. Il giorno in cui farò questo atto di coraggio di stare insieme a qualcuna e decidere di condividere la vita, sarà veramente la persona con cui ne varrà la pena". E Lauro si lscia andare anche a una riflessione sull'avere un figlio: "Mi piacerebbe tantissimo, ma ho tante cose in testa prima e soprattutto ne deve veramente valere la pena, perché un figlio è una conseguenza di qualcosa di grande, è una scelta di vita, non è un ‘voglio fare un figlio perché c'ho 35 anni' quindi si vedrà, chi vivrà vedrà".

Il rapporto con la periferia

Infine non poteva non parlare delle periferie, quelle cantate in gioventù e che costantemente tornano nel suo racconto del mondo. Una periferia che, ribadisce, non mitizza affatto: "Io sono cresciuto nelle periferie, non le mitizzo, ho tutti gli amici che ancora vivono lì, oggi. Non sono solo i ragazzini che stanno sulla panchina a divertirsi, è gente che veramente ha avuto ha seri problemi e non ne esce, probabilmente non ne uscirà mai, probabilmente si ritrovano a 35-40 anni a non avere più un posto al mondo, essere depressi, avere dipendenze, stare in giri da cui non usciranno più perché sei cresciuto così. Quindi per me è difficile cadere nel tranello di mitizzarle. Detto ciò, mi piace l'Urban, mi piacciono i ragazzi che fanno quella musica e in qualche modo vivono quella roba di rivalsa e dicono cose che sembrano assurde perché sembrano mitizzare quel mondo, ma la capisco quella sensazione".

E chi meglio di lui può capire cosa provano, avendola provato prima di loro? Per uscirne, però, serve un po' di educazione, scolastica, ma anche emotiva: "Io sono fortunato perché ho scoperto quello che mi piaceva. Il problema grande è non avere delle passioni, non essere nessuno. Il grande problema dei ragazzi della periferia è che arrivano a 35 anni e non hanno più un posto nel mondo, non sanno parlare, non sanno fare niente, non sanno amare, non possono più essere amati, non si curano più, non sono più nulla. Più che sentirmi in colpa io forse bisognerebbe ripartire da un'educazione al sistema scolastico, un'educazione sentimentale, un'educazione finanziaria, un'educazione familiare, un'educazione a seguire le proprie passioni. Trovo assurdo dire sentire persone che dicono ‘Se non studi vai a lavorare' perché il lavoro non deve essere una punizione. Può capitare che ci sia chi nasce e la sua strada è fare il meccanico, c'è qualcosa di male a fare il meccanico? No, perché magari diventi il più grande meccanico o magari la tua ambizione è semplicemente farti una famiglia, stop. E io ti stimo, ti invidio perché io c'ho la maledizione, l'ossessione dell'ambizione, per me è un tormento fottuto: non esiste traguardo, non esiste pace, non esiste il giorno in cui mi godo veramente a pieno quello che sto facendo".

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