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A Reggio Emilia un’onda dinamica in acciaio e vetro firmata Calatrava

La nuova stazione ferroviaria Mediopadana, unica fermata in linea dell’Alta Velocità nella tratta Milano-Bologna, è parte integrante di un importante progetto dell’architetto spagnolo Santiago Calatrava che modifica radicalmente tutta l’area a nord di Reggio Emilia.
A cura di Clara Salzano
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Il passaggio della linea ferroviaria ad Alta velocità sul territorio di Reggio Emilia ha rappresentato un’importante possibilità di qualificazione e sviluppo per l’Emilia occidentale, e un’occasione fondamentale per riqualificare e valorizzare l’area nord della città di Reggio attraverso la progettazione di una serie di interventi e infrastrutture: il Progetto Rete (Reggio Emilia Territorio Esteso). La proposta di risistemazione urbanistica presentata dall’architetto Santiago Calatrava prevede, in un’area di due chilometri quadrati, la realizzazione di cinque grandi progetti che rappresenteranno le nuove porte di accesso a Reggio Emilia: la stazione Mediopadana dell’Alta velocità, la copertura del nuovo casello autostradale e i tre ponti lungo il nuovo asse attrezzato viario che collega Reggio alla Bassa emiliana, che sono già visibili per chi transita lungo l’Autostrada del Sole nel tratto reggiano.

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Il ‘Parco progetti Calatrava’, di cui la nuova Stazione AV fa parte, è un progetto urbano di trasformazione rilevante, con effetti sulla struttura e sulla forma non solo dell’insediamento immediatamente prossimo alla stazione, ma dell’intero contesto urbano e territoriale. L’idea suggerita nel primo studio di fattibilità di Calatrava (idea della “vela”) è stata riadattata e rielaborata per potersi meglio distinguere dai ponti progettati dallo stesso architetto. L’ immagine di onda proposta si pone l’obiettivo di trasmettere, mediante le forme della struttura, una sensazione di movimento ai viaggiatori che transitano sul tracciato ferroviario e autostradale adiacenti.

Il progetto della Stazione Mediopadana prevede la ripetizione di un modulo di lunghezza pari a 25,40 m. Ogni modulo è formato da 25 portali distanziati tra loro di circa 1.00 m che, ripetendosi in sequenza, permette di raggiungere la lunghezza complessiva di 483 m, generando l’effetto di onda dinamica. L’onda si propaga sia in pianta sia in elevazione, originando un volume tridimensionale ad andamento sinusoidale. L’articolazione dei portici crea, infatti, un effetto visivo assimilabile ad una successione di onde disposte differentemente sui due prospetti: la facciata più mossa, che sovrappone le due onde in modo simmetrico, si affaccia sul lato dell’ingresso alla stazione, mentre quella più calma, con le onde in fase tra loro parallele, si relaziona al lato del tracciato autostradale.

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La pianta della stazione si sviluppa lungo il viadotto su due livelli: il primo livello è all’altezza delle banchine, ossia all’altezza della fermata dei treni, il livello inferiore è quello di accesso alla stazione. In corrispondenza delle banchine di salita e discesa dai treni è prevista la realizzazione di una copertura costruita con pannelli rettangolari traslucidi in vetro stratificato, collocati tra i portali mediante un telaio in alluminio e sorretti da una struttura mista acciaio-calcestruzzo.

La nuova stazione AV di Reggio Emilia è la sola, sulla tratta Milano-Bologna, a essere stata progettata esternamente alla città consolidata. Tale condizione rende la struttura una sorta di “gare-bis” alla francese, cioè una struttura extra-urbana e isolata (come quelle create sulle prime linee dell’alta velocità in Francia) che esprime nella sua stessa tipologia, costituita da una banchina a raso, una povertà non solo formale ma anche funzionale. E nonostante il tentativo di mitigare l’impatto ambientale e paesaggistico mediante riqualificazione a verde delle zone lungo il tracciato e all’altezza dell’ingresso della Stazione, gli elementi architettonici di Santiago Calatrava sono diventati già un fattore di riconoscibilità del territorio, anche a grande distanza.

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La Pianura Padana, data la sua morfologia estremamente piana, richiede di agire con molta cura, perché i segni che noi aggiungiamo sono immediatamente manifesti;  non vengono cioè mascherati da nessun altro elemento che non sia un albero. E quando tali segni diventano più alti degli alberi si rendono visibili, anche da molto lontano. Interroga dunque la scelta dell’architetto e ingegnere spagnolo di farsi ispirare da forme e suggestioni (la vela, l’onda) tipiche di luoghi lontani dal paesaggio agricolo emiliano. Inoltre, appena il tempo di inaugurare la Stazione l’8 giugno scorso che si sono già presentati i primi grattacapi. Uno fra tutti: piove all’interno! Seppur le Ferrovie dello Stato abbiano rassicurato l’utenza sull’inesistenza di problemi strutturali ma semplicemente si tratta di alcune opere ancora da completare, ci si augura almeno che il nuovo progetto di Calatrava non comporti gli stessi disagi e i proibitivi costi di manutenzione del suo Ponte della Costituzione a Venezia.

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