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A Milano Sfera Ebbasta ha celebrato sé stesso e la trap che ha cambiato la discografia italiana

Nel celebrare se stesso, Sfera Ebbasta ha celebrato un’intera scena nei suoi concerti al San Siro di Milano.
A cura di Francesco Raiola
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Sfera Ebbasta (ph Francesco Prandoni)
Sfera Ebbasta al San Siro di Milano (ph Francesco Prandoni)

In questi anni tutti i rapper italiani hanno dovuto confrontarsi con lui, con Sfera Ebbasta, ovvero colui che ha dato alla trap l’influenza che nel tempo ha trainato il rap e tutte le varie trasformazioni del genere. Sfera è stato il mito e la salvezza per alcuni ragazzi e la disperazione di altrettanti genitori, dividendo a metà (con ottimismo) la platea di quelli che vedevano in lui il seme di un cambiamento per il rap e il mercato discografico e chi non gli perdonava l’autotune e il racconto fatto di rivalsa ostentata soprattutto con soldi, marche ed egotrip. Sono passati quasi dieci anni dall’album d’esordio XDVR e otto dal 2016, anno d’oro della trap italiana e Sfera continua a mietere successi commerciali – è stato per anni il più ascoltato anche quando non pubblicava nulla – e con Ghali ha aperto il rap italiano all’estero con la potenza di numeri e diventando argomento di discussione per l'opinione pubblica italiana.

La discussione non verte neanche più, ormai, sulla bravura o meno del rapper di Cinisello, in cosa ha eccelso e in cosa meno, ma possiamo spostarla sempre più su cosa rappresenta per la scena. Insomma, ciò che sappiamo per certo è che Sfera ha regalato il successo alla trap, dando una spinta importante al movimento – grazie anche al contemporaneo ampliamento allo streaming del paniere FIMI per calcolare le classifiche. Si può discutere sul gusto personale, ovviamente, ma nel bene o nel male è difficile negare quanto Sfera sia stato un game changer per il peso della trap nella discografia contemporanea italiana, nonostante un ultimo album con luci e ombre. E i suoi concerti al San Siro sono stati l'occasione per festeggiare se stesso ma soprattutto per celebrare la scena, (alcuni dei) suoi fratelli artistici, quelli che Charlie Charles – altro nome fondante del genere – chiamava Bimbi (Izi, Tedua, Tony Effe, Side) , ma che si è riempita di nuove leve come Lazza, Geolier, Anna e Simba La Rue.

Sfera Ebbasta, Simba La Rue e Geolier (ph Francesco Prandoni)
Sfera Ebbasta, Simba La Rue e Geolier (ph Francesco Prandoni)

"Grazie mille per essere qua stasera, è un’emozione indescrivibile. Questa sera è una festa, una celebrazione, sono quasi dieci anni di celebrazione, non sembra ma è così. Sono venuto qua per cantare tutti i pezzi a squarciagola. Come sapete non sarà semplice, datemi una mano voi" dice il rapper all'inizio, prima di snocciolare una scaletta che è una sequenza di classici suoi e quindi della trap italiana, checché ne dica chi non frequenta questi territori: le sue sono canzoni cantate da migliaia di ragazzi che seguono la scena fin dai primi skrt skrt. Se c'è una cosa che proprio si potrebbe imputare al rapper è aver lavorato poco sulla sua performance personale, non tanto canora – è lui stesso a farci ironia -, dove gli effetti aiutano sempre, quanto sulla tenuta del palco. Insomma, Sfera non è il miglior performer del momento e sopperisce oltre che con le canzoni, con una scenografia sontuosa che ricostruisce un ambiente di periferia, i palazzoni in cui è cresciuto, tenendosi per molto tempo lontano da pubblico.

A dare il via al primo dei concerti sono stati i ballerini coordinati da Laccio, che accompagnano un uno-due incredibile, ovvero un medley di Visiera a becco e XDVR, poi dopo Panette Sfera invita subito i primi due ospiti, unendo Tony Effe e Side Baby, tempo di far ballare il pubblico con un altro classico della prima, parte della sua carriera, ovvero Figli di papà, prima di portare sul palco un po’ di Drilliguria e con Tedua e Izi fa Mercedes Nero, seguita da Lingerie, col solo Tedua. Luchè è l’unico della vecchia scuola che sale sul palco milanese e il pubblico apprezza non poco, poi tocca a Pablo prima di Drefgold che duetta in Sciroppo – avete detto classici? – e Tesla, a quel puntosi canta TikTok, fino a Ciao Bella che vede sul palco Anna – “la Trap Queen italiana” -, la rapper più influente del momento e VDLC.

Sfera Ebbasta a Charlie Charles (ph Francesco Prandoni)
Sfera Ebbasta a Charlie Charles (ph Francesco Prandoni)

Fine prima parte e poi tocca a una delle canzoni che ha spinto in cima la trap italiana, ovvero Tran Tran, canzone di chiusura di Rockstar, seguita da altri classici del rapper, ovvero Cupido, Baby, Happy Birthday e Rockstar, praticamente una sequenza di fuoco per la trap italiana. Poi una sorta di passaggio di consegne, sul palco sale Geolier – reduce da tre date consecutive al Maradona di Napoli – che duetta in M Manc e Calcolatrici, quando sale pure Simba la Rue e partono anche gli appelli alla liberazione sia dello stesso La Rue che di Baby Gang. Tempo di fare Mamma mia e Mi fai impazzire (ma senza Blanco) e sul palco sale Lazza, un altro dei Big della scena, che come Sfera duetta in Piove – e la Tribuna ondeggia non poco con tutto il pubblico a saltare – e G63. Alleluia è un omaggio a Shiva, mentre a seguire arriva Rkomi per duettare in Nuovo range e Tedua e Izi si aggiungono per Bimbi.

E a proposito di Bimbi, Charlie Charles resta sul palco e con il pianoforte accompagna Sfera in Bottiglie privè: "Sono passati quasi 10 anni da quando ci facemmo una promessa, ovvero che né io, né te insieme saremo stati in questo posto finché non avremmo fatto un concerto. E ce l’abbiamo fatta" dice Charlie a Sfera accompagnato dall'ovazione del pubblico che riempie lo stadio milanese. Il concerto scivola verso la fine, con "Notti", "15 piani" fatta con un coro di bambini, poi BRNBQ e a chiudere due classici come Ciny e Visiera a becco, ma questa volta per intero. La gente resta ancora, Sfera annuncia i palazzetti per il 2025, poi è l'ora di lasciare lo stadio, i ragazzi defluiscono e fuori è una moltitudine di giovani che in Sfera hanno trovato un motivo di unione.

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