A Genova le Ninfee di Claude Monet in mostra: 5 minuti a spettatore da solo con l’opera
Da un vincolo può nascere un'opportunità. Così dal 12 giugno al 23 agosto 2020 i visitatori di Palazzo Ducale, a Genova, potranno ammirare da soli e a tu per tu, una delle opere d'arte più famose al mondo: una tela tratta dal ciclo de Le Ninfee di Claude Monet, proveniente dal Musée Marmottan Monet di Parigi. Uno dei maestri dell’Impressionismo approda nel capoluogo ligure all'epoca delle mostre d'arte nella Fase 2 della pandemia da Coronavirus. Ciò significa che a causa delle restrizioni e del contingentamento delle presenze, ciascun visitatore potrà ammirare l'opera per cinque minuti, da solo, avendo in questo modo l'occasione di una visita speciale, anzi, unica. La visita all’opera sarà permessa seguendo i protocolli di sicurezza anti Covid19 che prevedono il rispetto della distanza di sicurezza tra le persone seguendo il percorso segnalato all’interno delle sale espositive, l'utilizzo della mascherina all’interno della mostra e la misurazione della temperatura all’ingresso della mostra.
L’esposizione, nata dalla collaborazione tra Palazzo Ducale, Arthemisia e il Musée Marmottan Monet di Parigi e Comune di Genova, consentirà sotto forma di introduzione (concessa proprio dal comune ligure) la visione del dipinto La contessa Beatrice Susanne Henriette van Bylandt di Giovanni Boldini, proveniente dalle Civiche Raccolte Frugone di Nervi, opera che tende a sottolineare il ruolo proprio di Boldini nell'introdurre le opere di Monet in Italia, sul finire del XIX secolo. L'iniziativa dei cinque minuti con Monet nasce dal tentativo, da parte di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura e Arthemisia, di far diventare il distanziamento sociale l’occasione per un’esperienza estetica immersiva ed emozionante nell'arte.
Questa mostra è una sfida alla riscoperta della contemplazione, del contatto e della forza espressiva di un’opera. In un tempo che ci costringe a costruire barriere per proteggerci, l’invito è quello a un incontro diretto con un capolavoro, per metterci in ascolto di quanto l’arte con grande capacità narrativa riesce a dire di sè, ma anche di noi.