A gennaio il libro di Michela Murgia sulla maternità: “Racconta la famiglia senza vincoli di sangue”
Il 9 gennaio Michela Murgia tornerà in libreria con il libro postumo "Dare la vita" (Rizzoli). Pochi mesi prima di morire Michela Murgia aveva pubblicato con Mondadori il suo libro "Tre ciotole", il suo ritorno alla narrativa, dopo anni in cui si era soffermata sulla saggistica. Quel libro ha avuto molta fortuna finendo nella top 10 dei libri più venduti dell'anno e passando svariate settimane al primo posto della classifica dei libri più venduti. Ad agosto la scrittrice sarda è morta, a causa di un tumore che aveva svelato di avere solo pochi mesi prima, con un'intervista al Corriere della Sera che l'aveva portata a un racconto costante della sua malattia, ma anche della sua famiglia, la sua queer family, formata da persone scelte: "Nella famiglia cosiddetta tradizionale i sentimenti sono vincolati ai ruoli, mentre nella queer family è esattamente il contrario: i ruoli sono maschere che i sentimenti indossano quando e se servono, altrimenti meglio mai" disse.
Nella sua famiglia c'erano i figli d'anima Raphael Luis, Francesco Leone, Michele Anghileri e Alessandro Giammei, il marito Lorenzo Terenzi, spostato "in articulo mortis", ma anche persone come Chiara Valerio, Chiara Tagliaferri e Roberto Saviano, ovvero persone con cui non vi era alcun legame di sangue, ma un legame che andava anche oltre. Ed è proprio questo concetto familiare che Murgia ha voluto spiegare in "Dare la vita", libro scritto nelle ultime settimane di vita, un pamphlet in cui racconta, "partendo dall’esperienza personale, l’essenza della maternità, come si possa dare la vita senza generare, come i legami d’anima possano corrispondere ai legami di sangue – come si legge nella nota stampa -, Si può essere madri di figlie e figli che si scelgono e che a loro volta ci hanno scelte? Si può costruire una famiglia senza vincoli di sangue? La risposta è sì. La queerness familiare è una realtà e affrontarla è ormai una necessità politica".
A curare il volume è stato Alessandro Giammei, critico, scrittore e professore universitario, a cui è stata affidata tutta l'eredità letteraria di Murgia. Fu proprio lui a raccontare, dopo la morte della scrittrice che "ha scritto fino all'ultimo giorno della sua vita. Aveva un libro da consegnare e lo ha consegnato prima di morire. Un libro toccante, sulla famiglia. Doveva essere solo sulla Gpa (gestazione per altri, ndr) ed è diventato un libro più profondo sul senso della genitorialità e parentela. Credo che uscirà a breve per Rizzoli. C'è anche un ricco patrimonio di file scritti in molti anni, molti racconti dispersi e pagine inedite". Quelle di "Dare la vita", quindi, saranno "pagine che ci permettono di entrare nelle infinite sfaccettature degli affetti e di comprendere come aprire all'altr* non riduce ma amplifica l'amore".