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A Cremona nasce la Banca del Suono per salvare i violini Stradivari e il sindaco “vieta” i rumori

Trentadue microfoni ultrasensibili installati nell’auditorium del Museo del Violino a Cremona sono all’opera per catturare i suoni originali dei famosi violini Stradivari che col tempo saranno sempre meno in grado di essere fedeli agli originali. È il progetto della Banca del Suono che ha attirato l’attenzione anche del New York Times. Che ricorda il “divieto di far rumore” vigente in città.
A cura di Redazione Cultura
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Della questione se ne sta occupando persino il New York Times. Si tratta della "Banca del Suono" di Cremona, progetto in corso di svolgimento al Museo del Violino che prevede la registrazione delle note prodotte dagli strumenti della collezione che andranno a costituire un innovativo "database di note". A dire la verità, per la prestigiosa testata statunitense l'attenzione principale è soprattutto dovuta al fatto che di recente l'amministrazione comunale di Cremona ha chiuso al traffico le strade che circondano il Museo per non interferire sulle registrazioni. La polizia municipale, infatti, ha isolatole strade nel vivace centro della città e il traffico è stato dirottato in altri percorsi. Durante una recente conferenza stampa, il sindaco della città, Gianluca Galimberti, ha implorato i cittadini di Cremona di evitare suoni improvvisi e inutili.

Tutto questo ha un fine superiore. Cremona ospita i laboratori di alcuni dei migliori produttori di strumenti musicali del mondo, tra cui i violini di Antonio Stradivari, che nei secoli XVII e XVIII ha prodotto alcuni dei migliori violini e violoncelli mai realizzati. La città sta mettendo a punto un ambizioso progetto per registrare digitalmente i suoni degli strumenti di Stradivari per i posteri, così come quelli Amati e Guarneri del Gesù. Affinché le generazioni future non si lascino sfuggire l'ascolto degli strumenti, tre ingegneri del suono stanno lavorando alla "Banca del Suono", un vero e proprio database di note che memorizza tutti i possibili toni che saranno prodotti da quattro strumenti selezionati dalla collezione del Museo del Violino.

Così per tutto il mese di gennaio, quattro musicisti che suonano due violini, una viola e un violoncello lavoreranno su centinaia di scale e arpeggi, usando tecniche diverse con i loro archi o pizzicando le corde. Trentadue microfoni ultrasensibili installati nell'auditorium del museo cattureranno i suoni. Per preservali, i musicisti devono suonare tutte le note possibili e quindi registrarle in combinazioni diverse e usando tecniche diverse.

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