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90 anni fa nasceva Gabriel García Márquez: cinque romanzi per riscoprire la sua voce

Oggi Gabo avrebbe compiuto novant’anni. Da “Cent’anni di solitudine” a “L’amore ai tempi del colera”, ecco cinque dei romanzi più belli dello scrittore colombiano.
A cura di Federica D'Alfonso
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Gabriel García Márquez (1927-2014)
Gabriel García Márquez (1927-2014)

Il 6 marzo 1927, ad Aracataca in Colombia, nasce Gabriel García Márquez. Nei suoi romanzi la vita vissuta e quella dimenticata, la storia e la memoria, si concretizzano in personaggi figli di quella commistione di fantasia e realtà che hanno reso i suoi romanzi celebri in tutto il mondo. Amore, morte, guerra, politica: la scrittura di Gabo racchiude un mondo complesso, proprio perché in esso convivono suggestioni mitiche e fatti di cronaca, storia presente e memoria passata. Il modo migliore per entrare in questo mondo è quello di tornare a rileggere alcuni dei suoi capolavori: nel giorno in cui avrebbe compiuto novant'anni, ecco cinque delle storie più belle scritte da Márquez.

Nessuno scrive al colonnello

Nel 1956 il dittatore colombiano Gustavo Pinilla limita la libertà di stampa, chiudendo molti giornali fra quali anche “El Espectador”. Gabriel Garcia Marquez si trova a Parigi come inviato della rivista, e resta improvvisamente senza stipendio e senza possibilità alcuna di rientrare nel suo Paese. La lunga attesa di notizie e le numerose lettere senza risposta si trasformano in un romanzo: nasce così “Nessuno scrive al colonnello”, pubblicato nel 1961 ma ambientato negli anni Cinquanta in una cittadina senza nome della Colombia.

Ogni venerdì un colonnello va all'ufficio postale, nella speranza di ricevere la risposta che attende da quindici anni: la pensione dei reduci di guerra che gli spetta. Caduto in povertà, per sopravvivere è costretto a vendere tutti i ricordi più cari, mentre tutto il suo mondo soccombe alla necessità fisica di sopravvivere: tutto, tranne un vecchio gallo da combattimento che era stato di suo figlio, ultima speranza di guadagno e ultimo legame con la vita del passato.

Era ottobre. Una mattina difficile da cavar fuori, anche per un uomo come lui che era sopravvissuto a tante mattine come quella. Per cinquantasei anni – da quando era finita l'ultima guerra civile – il colonnello non aveva fatto altro che aspettare. Ottobre era una delle poche cose che arrivavano.

Cent'anni di solitudine

“Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio”: inizia così l'opera più famosa scritta da Gabriel Garcia Marquez. In “Cent'anni di solitudine”, scritto nel 1967 mentre si trova in Messico, i ricordi, la storia e la fantasia si fondono in un affresco sconfinato e pieno di fascino: attraverso la voce della memoria della famiglia Buendia, Marquez descrive il suo Sud America con quelle ambientazioni surreali ma profondamente vissute che fanno da sfondo a tutti i suoi romanzi.

Cronaca di una morte annunciata

Questo romanzo arriva, inaspettatamente, nel 1981: poco prima Marquez aveva annunciato di smettere di scrivere fino a quando il cileno Augusto Pinochet fosse rimasto al potere. Ma l'esigenza di parlare attraverso le proprie storie, è più forte: una necessità che traspare dalla vicenda stessa che Gabo cerca di raccontare. “Cronaca di una morte annunciata” inizia in un giorno molto particolare: il giorno in cui Santiago Nasar viene ucciso.

Il racconto è quasi una corsa contro il tempo nel tentativo di ricostruire la verità, di racchiudere i personaggi e le loro azioni in un quadro chiaro e compiuto, che fin dall'inizio però non lascia spazio alla speranza. L'uso che Marquez fa in questo romanzo del tempo è affascinante: il romanzo è costruito sul tempo che resta a Santiago, un tempo che egli vive ma che è contemporaneamente passato e presente che anticipa il futuro. Santiago Nasar morirà, anche lui lo sa: il fascino del romanzo è proprio quello di raccontare una storia già scritta come se pagina dopo pagina essa potesse cambiare improvvisamente.

L'amore ai tempi del colera

L'amore di Florentino Ariza per Fermina Daza dura “cinquantatré anni, sette mesi e undici giorni, notti comprese”: anche in questo caso Marquez gioca col tempo, pur scrivendo una storia che sembra esserne al di fuori. Tutto inizia quando Fermina è poco più che una ragazzina, e Florentino s'innamora di lei al primo sguardo: un amore non ricambiato a causa della giovane età della donna e delle circostanze, ma che nel protagonista dura per tutta la vita, divenendo quasi la ragione stessa della sua esistenza.

Era ancora troppo giovane per sapere che la memoria del cuore elimina i brutti ricordi e magnifica quelli belli, e che grazie a tale artificio riusciamo a tollerare il passato.

Ormai vecchi, i due si ritroveranno ritrovando in un certo senso anche la giovinezza, come se quei cinquant'anni non fossero mai passati.

Memoria delle mie puttane tristi

L'anno dei miei novant'anni decisi di regalarmi una notte d'amore folle con un'adolescente vergine. Mi ricordai di Rosa Cabarcas, la proprietaria di una casa clandestina che era solita avvertire i suoi buoni clienti quando aveva una novità disponibile. Non avevo mai ceduto a questa né ad altre delle sue molte tentazioni oscene, ma lei non credeva nella purezza dei miei principi. Anche la morale è una questione di tempo, diceva, con un sorriso maligno, te ne accorgerai.

Si tratta dell'ultimo romanzo pubblicato da Marquez prima della sua morte. Anche in questo caso, il legame fra l'autore e la storia narrata è immediato: un anziano giornalista sta per compiere novant'anni, e per il proprio compleanno decide di concedersi “una notte d'amore folle con un'adolescente vergine”. Il protagonista è un uomo che in vita sua non ha mai conosciuto l'amore, e che attraverso l'impossibilità di accostarsi ad esso scoprirà sé stesso, durante le lunghe notti insonni passate accanto ai giovani corpi delle donne. Come in un cerchio, tutte le storie di Marquez sembrano chiudersi in questo unico e solo romanzo, quando il protagonista trasforma la memoria in consapevolezza.

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