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90 anni fa il viaggio di Freud nell’Italia del colera: “La Sicilia è il posto più bello”

Nel 1910, mentre in Italia imperversava un’epidemia di colera, Sigmund Freud affrontò un lungo viaggio in Italia. Durante la sua permanenza nel nostro Paese affrontò la quarantena per evitare il contagio e una volta giunto al Sud, davanti alla bellezza dei panorami siciliani, scrisse: “Alla fine si ha la sensazione che tutto sia stato superato, lo scirocco e il pericolo di colera e malaria”.
A cura di Redazione Cultura
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Venti giorni a zonzo per l'Italia afflitta dalla pandemia del colera, dal 6 al 26 settembre del 1910. È quanto fece Sigmund Freud, nonostante in Austria gli sconsigliassero vivamente di partire, sul finire di quell'estate. Un viaggio programmato da troppo tempo per venir meno: Roma, Napoli e la Sicilia nei suoi piani. Nonostante il colera stesse mietendo vittime e malati, nel settembre del 1910 Freud intraprese quel viaggio con Ferenczi, passando da Roma e Napoli, e giungendo infine a quell’estremo sud verso cui il suo cuore aveva sempre anelato: la Sicilia.

Non era la prima volta, anzi, i viaggi in Italia da parte del padre della psicoanalisi erano ormai un'abitudine sin dal 1895. In particolare, amava la Città eterna, tappa fissa di ogni passaggio. Come molti teutonici oggi, il Belpaese all'epoca era la meta preferita per le sue vacanze. E molto di quei viaggi finì nelle sue meditazioni e riflessioni, sulle incredibili scoperte che Freud realizzò.

Del viaggio in Italia di Freud nel 1910 si sanno molte cose, grazie alle numerose lettere che scriveva in viaggio, epistole piene di riflessioni interessanti per cogliere il modo in cui il nostro Paese ha influito sulla formazione del dottor Sigmund come uomo e come studioso, ma anche diversi curiosi dettagli che raccontano l'Italia del 1910 che, come detto, era attraversata da un'epidemia di colera, nonché da una strisciante malaria in diversi punti dello Stivale. Che tuttavia non fiaccò la voglia di Freud di viaggiare, conoscere, muoversi. Se, nella prima parte del viaggio, ancora nella Capitale, è costretto a lunghe ore di quarantena imposte dalle limitazioni a causa dell'epidemia in corso, motivo per cui scrive:

Questa mattina abbiamo girovagato per due ore fra i resti del foro, che già da solo merita un viaggio. Fra le 32 e le 4, ossia mentre ti sto scrivendo, ci tratteniamo nelle nostre confortevoli camere – è la migliore regola igienica al Sud, benché impedisca di fare molte cose. Ad essa ci atterremo però anche in Sicilia. Il colera sembra interessare più da vicino noi Austriaci degli Italiani.

Una volta in Sicilia, dopo aver superato Napoli (città che, insieme a Sorrento, aveva già visitato nel otto anni prima), ecco le sue giornate rischiararsi, nonostante il pericolo mai sopito di un contagio. Motivo per cui, in una lettera a Jung, scrisse:

La Sicilia è la parte più bella dell’Italia e ha conservato pezzi della tramontata grecità assolutamente unici. La prima settimana sull’isola è stata di alto gradimento, la seconda in seguito a un persistente scirocco una difficile prova per il povero Konrad. Alla fine si ha la sensazione che tutto sia stato superato, lo scirocco e il pericolo di colera e malaria. Settembre non è il mese giusto per poter godere di queste bellezze.

Il colera risparmiò Sigmund Freud durante e dopo il suo viaggio in Italia. L'ultimo ci sarebbe stato nel 1923, con il suo settimo e ultimo soggiorno a Roma.

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