75 anni senza Paul Klee, l’artista che dipingeva l’essenziale della realtà
Era il 1940 quando a Muralto, in Svizzera, moriva Paul Klee. È stata la sclerodermia progressiva a portare via uno dei più incredibili artisti del'900. Egli diceva, tuttavia, di non appartenere solo a questa vita, e di vivere bene sia con i morti che con i non vivi.
Una vita intensa, ricca di soddisfazioni ed esperienze. Paul Klee nasce a Berna, il 18 Dicembre 1879. La sua vita è, sin da piccolo, votata all'arte: figlio di un professore di musica e di una cantante, frequentò l'Accademia delle Belle Arti di Monaco di Baviera, dedicandosi maggiormente alla pittura. Tuttavia, non abbandonerà mai la musica, fonte di continua ispirazione anche per i suoi lavori artistici. Due i viaggi fondamentali: il soggiorno a Parigi, dove ebbe modo di entrare in contatto con una grande varietà di opere ed artisti, e in seguito il viaggio a Tunisi, dopo il quale affermò di essersi completamente impadronito dei colori. Da qui in poi iniziò a prediligere le tonalità calde, ed affermò di essere estremamente felice, poiché si sentiva finalmente pittore, e avvertiva di essere diventato un tutt'uno coi colori. Nel 1920 fu chiamato da Walter Gropius ad insegnare pittura al Bauahus. Poi il regime nazista condannò la sua opera e in generale l' "arte degenerata" e fino alla morte, nonostante la malattia, continuò a dipingere tornando nella sua città natale in Svizzera.
L'arte di Paul Klee viene definita astratta. Egli comunque, affermava che il suo scopo era quello di dipingere la realtà, mostrando anche ciò che essa non riusciva a trasmettere, ciò che non era estremamente ed immediatamente comprensibile all'occhio umano. Che cos'è la natura? Come agisce? E quali sono i suoi meccanismi più nascosti? L'unica fonte di rivelazione è l'arte, che sa interpretare i suoi segnali. Klee ha infatti detto « L'arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è. ».
Nei suoi quadri troviamo quindi ricordi d'infanzia, realtà alternativa, forme geometriche, atmosfere oniriche. È così ad esempio per "Villa R", dove la dimora protagonista del dipinto sembra quasi frutto del gioco di un bambino. O "Strada Principale e Strade Secondarie", che riprende il tema della città metropolitana, con il suo intersecarsi di linee che formano una grande maglia ortogonale, dove ciò che risalta non è l'architettura della città in sé e per sé, quanto l'idea di ciò che costituisce, alla base, una città: le strade, i collegamenti, la sua superficie, spoglia ma fondamentale. "Castello e Sole" ci portano in Tunisia: colori caldi, il sole brillante, un'atmosfera di fuoco che viene interrotta di tanto in tanto da qualche piccola nota di azzurro e verde, per non creare monotonia all'interno di questo mosaico incredibilmente seducente.
Paul Klee fu un incredibile conoscitore della sua epoca. Importantissimi furono i suoi scritti, ma soprattutto il legame che ebbe col suo tempo e con la sua storia. Scrisse di lui Walter Benjamin, suo contemporaneo, famoso filosofo e scrittore tedesco. Egli utilizzò un quadro dell'artista per parlare della sua concezione della storia. Il dipinto in questione è "Angelus Novus". Disse Benjamin:
"C'è un quadro di Klee che s'intitola "Angelus Novus". Vi si trova un angelo che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. L'angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l'infranto. Ma una tempesta spira dal paradiso, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte che egli non può più chiuderle. Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine sale davanti a lui al cielo. Ciò che chiamiamo il progresso, è questa tempesta"
È molto importante che l'arte possa essere stata un tale punto di riferimento per la storia. D'altra parte, essa altro non è che la creazione che scaturisce non solo dai sentimenti del pittore, ma anche dal contesto storico e sociale di derivazione. Esso infatti, influisce sempre e comunque sui lavori di un artista, in un rapporto di imprescindibile dipendenza, tanto quanto la storia si può servire dell'arte per raccontare un particolare periodo. Essa è accessibile, essa può essere compresa, essa è al servizio di tutti.
Un Paul Klee estremamente poliedrico e versatile. Dalla musica all'arte, dagli scritti all'insegnamento, al suo contributo alla storia. Un artista indimenticabile, di cui si ricorda l'astrattismo, nonostante fosse un mezzo per riprodurre la realtà. Un uomo capace di apprendere dalle sue innumerevoli esperienze trasportando tutte le sue abilità nell'arte, sapendola rivitalizzare passo dopo passo. Mai monotono e banale, sempre in grado di riproporsi, Paul Klee non delude, neanche a 75 anni dalla sua morte.