71 anni fa moriva George Orwell, lo scrittore che disse: “Le bugie passeranno alla storia”
Sono trascorsi 71 anni dalla morte di George Orwell, avvenuta il 21 gennaio del 1950 in un ospedale di Londra per tubercolosi. Uno in più, invece, ne è passato dalla pubblicazione di ‘1984‘, capolavoro che in maniera fin troppo abusata viene ricondotto all'oggi per il suo carattere profetico, come ‘La fattoria degli animali‘. Scomparso a soli quarantasei anni, Orwell è stato una delle voci più emblematiche del XX secolo letterario e non solo, prefigurando una società non molto diversa da quella attuale e riuscendo a raccontare, in altre opere ancora troppo poco citate, quella del proprio tempo. Giornalista e saggista, scrittore, opinionista, Orwell è stato anche ben più di un profeta del potere e della società d'oggi, trattandosi soprattutto di grande scrittore. Eppure alcune sue frasi, rilette oggi, non possono non lasciarci sgomenti.
Il concetto stesso di verità oggettiva sta scomparendo dal nostro mondo. Le bugie passeranno alla storia.
Oppure:
Se vuoi vedere un’immagine del futuro, immagina uno stivale che schiaccia per sempre un volto umano.
George Orwell, lo scrittore che visse molte vite in soli 46 anni
George Orwell era nato il 25 giugno 1903 con il nome di Eric Arthur Blair, a Motihari, nel Bengala da famiglia di origine scozzesi. Giungerà in Gran Bretagna nel 1907 con la madre e le due sorelle, stabilendosi nel Sussex, dove si iscrive alla Saint Cyprian School. Nel 1922 si arruola nella Indian Imperial Police, prestando servizio per cinque anni in Birmania. Rientrato in Europa, vivrà nei quartieri più poveri di Parigi e di Londra per comprendere le condizioni esistenziali degli ultimi. Durante la Guerra Civile Spagnola vi prende parte combattendo tre le file del Partito Obrero de Unificacción Marxísta.
Durante la Seconda Guerra Mondiale lavorerà per la BBC e diventerà corrispondente di guerra dalla Francia, Germania e Austria, per conto dell’Observer.
Nel 1945 pubblica il primo dei suoi due romanzi distopici ‘La fattoria degli animali', mentre nel 1948 uscirà l’altra sua celebre opera ‘1984‘, che prefigura un mondo dominato da due superstati perennemente in guerra tra loro, e scientificamente organizzati all’interno in modo da controllare ogni pensiero ed azione dei propri sudditi. Alcune delle sue citazioni, ormai datate anche più di mezzo secolo, mostrano una profonda comprensione del futuro, che solo una mente illuminata come la poteva arrivare ad avere:
Nel nostro tempo non c’è possibilità di restare fuori dalla politica. Tutte le questioni sono questioni politiche e la politica, in sé, è una massa di menzogne, evasioni, follia, odio e schizofrenia.
Dal 2021 le opere di Orwell non sono coperte da copyright
In Italia una casa editrice può stampare e diffondere un’opera di uno scrittore morto senza dover dare dei soldi ai suoi eredi se sono passati almeno 70 anni dalla sua morte. O meglio 71, perché il diritto d’autore scade sempre il 31 dicembre e le opere entrano nel pubblico dominio il primo gennaio. Quindi oggi (cioè dal 1 gennaio di quest'anno) si sono liberate dal copyright tutte le opere letterarie scritte da persone morte nel corso del 1950.