500 anni dalle 95 Tesi di Wittenberg: Lutero e l’arte della Riforma in mostra agli Uffizi
Il 31 ottobre 1517 Martin Lutero affigge alla porta della chiesa del castello di Wittenberg le sue Novantacinque tesi: un duro attacco all'autorità papale e una forte denuncia contro la pratica della vendita delle indulgenze. Un atto religioso ma ancor di più politico, che cambierà per sempre la storia della cristianità: sono trascorsi cinquecento anni, e Firenze celebra la ricorrenza con una mostra dedicata ai protagonisti della Riforma protestante.
Le opere sono state per la gran parte oggetto di importanti restauri prima di essere esposte nella Sala Detti della Galleria degli Uffizi, dove resteranno fino al 7 gennaio 2018. Curata da Francesca de Luca e Giovanni Maria Fara, la mostra “I volti della Riforma. Lutero e Cranach nelle collezioni medicee” ripercorre circa cento anni di storia artistica e simbolica del nascente movimento protestante attraverso i volti dei personaggi, alcuni dei quali italiani, e gli artisti, che vi presero parte.
Lucas Cranach: arte e teologia
L'artista più rappresentativo di questa nuova stagione spirituale e politica fu Lucas Cranach, detto Il Vecchio, considerato uno dei maggiori interpreti della scuola danubiana. Con lui, i temi e le suggestioni proprie della Riforma assumono una rilevanza fondamentale nelle arti figurative: fu con i suoi ritratti, le incisioni e le sue opere ispirate ai temi sacri della Natività che la nuova spiritualità luterana si diffuse in Europa e, come intende sottolineare la mostra, soprattutto in Italia.
Accanto alle incisioni a tema sacro e ad un libretto di Lutero e Melantone illustrato da Cranach, uno spazio rilevante è occupato dalle icone della nuova Chiesa riformata: sono esposti i ritratti di Martin Lutero e della moglie Caterina von Bora, di Filippo Melantone e dei fratelli Federico III il Saggio e Giovanni, Elettori di Sassonia e principali sostenitori politici della Riforma.
Queste opere, affiancate a dettagliate descrizioni e ad un quadro storico più che approfondito, ricostruiscono mirabilmente un'intera epoca fortemente rivoluzionaria: la forte rappresentatività delle opere esposte non è casuale, ma programmatica di un movimento artistico incarnato da Cranach che ha promosso, elevandolo ad icona di una nuova pratica religiosa, la figura di Lutero.
La Riforma in Italia
Accanto ai ritratti dei principali protagonisti della Riforma la mostra dedica ampio spazio anche ai personaggi italiani, in gran parte fiorentini, che furono coinvolti nel nascente movimento protestante. Sono esposti i ritratti di Pietro Carnesecchi, Domenico Puligo e Bartolomeo Panciatichi, esponenti di un clima nuovo che investe anche i circoli letterari e i salotti fiorentini.
Interessante, e di estremo rilievo, fu ad esempio la figura del fiorentino Pietro Carnesecchi, uno dei più convinti sostenitori delle nuove idee riformate: l'uomo, intimo amico di Giulia Gonzaga e Vittoria Colonna, entrò presto a far parte di quella fetta di intellettuali già vicini al Valdismo e successivamente favorevoli alle nuove dottrine luterane. Carnesecchi pagherà, come molti altri, questa sua nuova fede con la vita: catturato mentre si trovava a Venezia, trascorrerà un anno in prigione prima di essere bruciato sul rogo come eretico, il 1 ottobre 1567.