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5 romanzi per conoscere Umberto Eco

“La filosofia è sempre una forma di alto dilettantismo, in cui qualcuno, per tanto che abbia letto, parla sempre di cose su cui non si è preparato abbastanza”: un ideale filosofico socratico, quello di Umberto Eco. Un sapere enciclopedico, un modo affascinante di trasmettere questo sapere attraverso il romanzo e la novella: uno scrittore che è stato anche storico e filosofo, un Cervantes contemporaneo che attraverso le sue storie ci ha detto qualcosa in più di noi e della nostra cultura. Ecco 5 romanzi, importantissimi, per conoscerlo.
A cura di Federica D'Alfonso
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Umberto Eco si è spento nella sarata di venerdì 19 febbraio, nella sua casa di Milano. Con lui se ne va un pezzo importantissimo di cultura, un intellettuale che ha indagato e parlato su ogni aspetto della società e della vita con quella calma e quella lucidità che contraddistinguei grandi. Eco è stato prima di tutto un semiologo, uno studioso delle lingue e dei segni, ma la sua notorietà presso il grande pubblico è derivata, innazitutto, dai suoi romanzi. Romanzi non sempre di facile lettura, in quanto nella forma letteraria avventurosa, giocosa e storica, racchiudono tutto un sistema di pensiero più complesso e articolato: ecco 5 dei libri più belli e famosi del grande intellettuale scomparso.

1. Il nome della Rosa

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In assoluto forse il romanzo più famoso di Umberto Eco. Uscito nel 1980, Il nome della Rosa è il suo primo esperimento letterario vero e proprio: un esperimento affascinante, riuscitissimo, in cui la storia, la filosofia, l'enciclopedica conoscenza dell'arte e uno spirito ironico e divertente si uniscono, creando un vero e proprio capolavoro. Con l'espediente del manoscritto ritrovato, Eco disegna i tratti inquietanti di un monastero benedettino macchiato da terribili delitti, e racconta in sette giornate, le avventure di Adso da Melk e di Guglielmo da Baskerville. Nel 1986 dal libro è stato tratto l'omonimo film di Jean Jaques Annaud, con Sean Connery.

2. L'isola del giorno prima

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Roberto de la Grive, tra il luglio e l'agosto del 1643, a seguito di un naufragio vaga per giorni su una zattera finché cerca la salvezza arrampicandosi su una nave, la Daphne. L'imbarcazione è apparentemente deserta, e lui non sa nuotare: Roberto si trova nella paradossale situazione di "aver fatto naufragio su una nave deserta". Un'espediente letterario finissimo per parlare della memoria: la nave si trasforma presto in una lotta paradossale col tempo, e Roberto solo e scoraggiato capisce che "l'unico modo di uscire dalla sua reclusione deve cercarlo non nello Spazio invalicabile, ma nel Tempo". Deve raggiungere l'Isola per "arrestare l'orrido incedere del proprio domani".

3. Baudolino

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Una summa di fonti storiche, miti, tradizioni e leggende medievali che lo rendono un testo enciclopedico, come del resto ogni  opera di Umberto Eco. È stato tradotto in molte lingue e pubblicato in diversi paesi al di fuori dell'Italia, e l'ambientazione è, come molto spesso accade in Eco, medievale nella campagna piemontese. Si tratta di un romanzo assimilabile al filone di Don Chischotte, e narra la storia di Baudolino: un giovane ragazzo di campagna piemontese proveniente dalla Frascheta dove successivamente sorgerà Alessandria, che nel 1154, all'età di tredici anni, viene adottato dall'imperatore Federico Barbarossa. Il giovane si rivela un birbante e bugiardo incallito, ma come per incanto tutto quello che inventa finisce per fare storia, come la canonizzazione di Carlo Magno, il Graal o la creazione della lettera del Prete Giovanni.

4. Il cimitero di Praga

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"Gli uomini non fanno mai il male così completamente ed entusiasticamente come quando lo fanno per convinzione religiosa": un libro che ha destato scandalo, e obiezioni per il modo particolare con cui Eco parla di religione. Uscito nel 2010, il romanzo è ambientato nel XIX secolo, in pieno Risorgimento. Ricostruisce in modo interessante eventi e personaggi realmente esistiti, in una trama fittissima e densa. In un'intervista concessa a Claudio Magris, Eco ha detto sul suo libro: "Quello che il mio romanzo cerca di mostrare è che i romanzi di avventura sono stati usati proprio per la stessa costruzione dei testi antisemiti, perché la gente (compresi i capi dei servizi segreti) crede solo a quello che ha già sentito affabulare da qualche parte. Per questo, ancora oggi, i dossier segreti sono composti unicamente da ritagli stampa, e quasi sempre di stampa scandalistica, il feuilleton dei giorni nostri".

5. Il pendolo di Foucault

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Il secondo, e forse più complesso romanzo scritto da Umberto Eco, è il Pendolo di Foucault. Il romanzo è ricco di citazioni esoteriche alla Cabala, all'alchimia e alla teoria del complotto, così tante che il critico letterario e romanziere Anthony Burgess ha suggerito che sarebbe stato utile un indice: lo stesso titolo si riferisce al famoso pendolo che il fisico Leon Foucault aveva ideato per dimostrare la rotazione della terra. Il testo mette in scena Cavalieri templari, Rosa Croce e Cabalisti: Asor Rosa diceva "il messaggio del suo libro, se letto, come bisogna fare, come un libro sui misteri della fine del XX secolo, potrebbe anche voler dire che la storia da lui raccontata non è ancora finita".

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