5 Libri per capire il terrorismo
Che cos'è la paura? Molti esperti di psicologia ritengono che la paura sia essenzialmente un meccanismo di difesa primordiale da situazioni di pericolo. E tuttavia, la paura, come del resto tutte le emozioni fondamentali che governano la nostra vita ha un lato oscuro: questo lato oscuro consiste essenzialmente nel tangibile rischio di perdere il controllo di noi stessi, cedendo alla nostra componente più fragile.
Avere paura non significa solo, dunque, essere più vulnerabili; significa anche non riuscire a guardare le cose con distacco, significa cedere al rischio più grande: quello di non riuscire a osservare le cose con il dovuto spirito analitico, con la dovuta consapevolezza e la dovuta serenità spirituale. Tutte doti necessarie per poter sconfiggere i nemici che a volte ci troviamo di fronte.
Prova tangibile della paura, una paura del resto comprensibilissima, è l'affollarsi di opinioni e di ideologie contrastanti all'interno del dibattito pubblico su ciò che è successo a Parigi la settimana scorsa. C'è chi ha rievocato Oriana Fallaci, che ai tempi dell'11 Settembre evocava un grande scontro fra civiltà; c'è chi ha puntato il dito contro gli Stati Uniti e i governi europei, colpevoli di aver deliberatamente ignorato, se non addirittura favorito l'insediamento dell'ISIS durante le rivolte contro il regime di Assad.
Tutte queste risposte possiedono in effetti una verità parziale che deriva da un punto di vista, ma forse, la cosa più utile da fare per scovare e poi sconfiggere il nemico invisibile, è mettere da parte la rabbia e la paura, per provare a capire quello che accade senza gettarsi sulle risposte più semplici. Secondo lo spirito, dunque, di step back and learn, ecco cinque libri per capire il terrorismo, non per fuggire l'azione, ma per agire con maggior consapevolezza.
1. Dialogo sull'Islam fra un padre e un figlio
Alberto, agnostico e cosmopolita, discute con il figlio Dag, che vive con la famiglia sui monti del Marocco, sull'essenza dell'Islam. Un libro che è un'indagine sui principi culturali fondamentali dell'Islam, che sono l'essenza stessa della religione musulmana, che ha una lunghissima tradizione di tolleranza e di comprensione profonda per la spiritualità.
2. La violenza invisibile
di Slavoj Zizek, che ha indagato meglio di tantissimi altri la vera e profonda matrice della violenza che affligge le nostre comunità. Senza voler infatti negare la eventuale matrice religiosa degli attacchi terroristici, quel che è apparso evidente è che spesso i jihadisti vengono dalle periferie, delle nazioni europee, sono nati e cresciuti non in paesi arabi, ma in luoghi di degrado dove l'opportunità dell'integrazione è molto ridotta. In questo libro Zizek parla della violenza invisibile come di qualcosa che è endemico nel nostro sistema e produce disparità. Per via di questa violenza, spesso simbolica, che emerge la violenza distruttrice di chi poi, talora, si rifugia nell'estremismo.
3. Storia del terrorismo dall'antichità ad Al-Qaeda
di Gerard Chaliand. Storia, cultura, tattica e strategia di un fenomeno millenario. Il terrorismo di fatto è una componente della storia bellica in occidente e in oriente, per capire ciò che succede oggi nelle nostre strade questo libro è essenziale, quanto meno per non limitarsi alla miope osservazione che necessariamente abbiamo quando siamo calati nelle contingenze.
4. Alle Origini del Corano
di Alfred-Louis La Prémare, che è un indagine sulle origini di un testo sacro che, come i testi cristiani non è nato come un testo unico, ma è il risultato di una progressiva raccolta delle lezioni del profeta. e che racchiude un enorme valore, non solo religioso, ma anche letterario e culturale; questa lettura può forse offrirci la chiave per entrare in e in un mondo diverso e complesso.
5. Filosofia del terrore
Si tratta di un dialogo fra Jacques Derrida e Jurghen Habermas, avvenuto proprio subito dopo l'11 Settembre. Una affascinante testimonianza di come il pensiero occidentale si sia interrogato, smarrito, di fronte a questa incredibile ondata di violenza che, come abbiamo visto, è poi durata fino al più stretto presente.