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5 cose che non sai su “Natale in casa Cupiello”

“Natale in casa Cupiello” è forse la più celebre commedia di Eduardo e in tanti credono di conoscerla da cima a fondo. Noi vi sveliamo cinque curiosità che abbiamo raccolto da alcuni dei suoi storici collaboratori.
A cura di Andrea Esposito
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“Natale in casa Cupiello” è forse la commedia più celebre di Eduardo, soprattutto a Napoli, dove non è Natale se non c’è in sottofondo il refrain “Tu scendi dalle stelle, Concetta bella…”. In effetti, si può ben dire che in ogni casa napoletana tre sono le cose che non possono mancare e che fanno subito Natale: l’albero addobbato, il presepe e il tv acceso che trasmette a loop il vecchio vhs di “Natale in casa Cupiello”. Il resto è accessorio. Ciò detto, molti credono di sapere tutto, ma proprio tutto, sulla celebre commedia eduardiana: scommettiamo?

1) Questa è facile, vale come riscaldamento. “Natale in casa Cupiello” debuttò il giorno di Natale del 1931 come atto unico e cioè quello che nella versione attuale corrisponde al secondo atto. Il che significa che mancava la pantomima tra Luca e Concetta su “Fa freddo fuori?”, sul caffè, sulla colla, inoltre non c’era il risveglio di Tommasino e il conseguente litigio col padre in merito allo “zuppone”, ecc. ecc… Dopodiché Eduardo, dato l’incredibile successo della commedia, l’anno successivo (1932) aggiunse un primo atto introduttivo e solo nel 1934, anche se molti dicono sia addirittura avvenuto nel 1943, realizzò l’ultimo atto. Un autentico capolavoro di "amarezza dolorosa" come lo definì lo stesso Eduardo.

2) I due protagonisti di “Natale in casa Cupiello” sono Luca (interpretato da Eduardo) e Concetta (interpretata nella versione televisiva del 1977 da Pupella Maggio). Ebbene, quanti sanno che Luca e Concetta sono i nomi di battesimo dei nonni materni di Eduardo?

3) Tra Eduardo e Peppino i rapporti erano, almeno da un certo punto in poi, piuttosto burrascosi. Quindi questa prendiamola con il beneficio del dubbio. Pare che Peppino, dopo il grande successo dell’opera, abbia rivendicato la paternità di alcune battute cult della commedia: Quali? Una su tutte “Nun me piace ‘o presebbio!”. Mica poco!

4) Nella celeberrima versione televisiva del 1977, il personaggio di Tommasino detto anche Nennillo (il figlio di Luca Cupiello) è interpretato dal vero figlio di Eduardo, Luca De Filippo. Caratteristica del personaggio è quella di avere una strana parlata, un po’ nasale e tratti farfugliata. Ebbene pare che queste caratteristiche siano state prese da Luca dal precedente attore che interpretava Tommasino, il grande macchiettista napoletano Pietro De Vico, il quale aveva realmente questo difetto di pronuncia. Probabilmente ciò è dovuto al fatto che, almeno così si narra, Luca anni prima fu chiamato all’ultimo momento a sostituire De Vico, gravemente ammalato, e fu affidato da Eduardo all’attore Gino Maringola (Pasquale Cupiello) che dovette in pochi giorni addestrarlo a quel ruolo. Forse il giovane Luca, emozionato e impaurito dal compito affidatogli, pensò bene di mutuare gli stessi difetti di pronuncia del grande De Vico.

5) Infine l’ultima, più simbolica. Ricordate come inizia la commedia? Con Eduardo che si sveglia e dopo il caffè si preoccupa della sua amatissima colla. Anzi, addirittura litiga con la moglie, definendola sua “nemica”, perché ha dimenticato di riscaldarla. Ma a cosa gli serve la colla? A fare il presepe, naturalmente. Ma il motivo profondo, simbolico se volete, è che al protagonista che nel corso della commedia tenta in tutti i modi di tenere insieme la famiglia, serve proprio quello: la colla!

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