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410 anni fa nasceva Rembrandt: luci e ombre dell’artista olandese, in 5 capolavori

Il 15 luglio 1606 nasceva, a Leida, Rembrandt. Considerato il simbolo del “Secolo d’oro olandese”, egli fu in realtà una personalità complessa: un uomo perennemente in bilico fra fama e fallimento, luce e ombra.
A cura di Federica D'Alfonso
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"Autoritratto con camicia ricamata" (1640), National Gallery, Londra
"Autoritratto con camicia ricamata" (1640), National Gallery, Londra

Innovatore assoluto dell’austero linguaggio pittorico olandese, Rembrandt Harmenszoon van Rijn è riconosciuto universalmente come uno dei più grandi artisti della sua epoca. Il segretario del principe d’Orange, Costantijn Huygens, dopo aver visto un suo quadro disse: "Pongo questo dipinto accanto a tutte le cose belle che si sono tramandate attraverso i secoli. Io affermo che nessun Apelle o Parrasio è mai riuscito a creare ciò che un ragazzo, un olandese, un mugnaio cui non è ancora spuntata la barba, è stato capace di riunire in una figura umana". È la luce uno degli elementi caratterizzanti della pittura di Rembrandt. Ma la luce si sa, lascia sempre qualcosa nell'ombra: la stessa vita dell’artista fu un continuo altalenare fra successo e fama internazionale, e lutti e tragedie personali, che lo hanno reso una delle figure più complesse della storia dell’arte, paragonabile forse soltanto al suo ideale maestro, Caravaggio. E ancora oggi, a distanza di quattro secoli dalla sua nascita, le sue opere lasciano ancora intravedere le luci e le ombre, sia dell’artista che dell’uomo.

1. Il successo: "Lezione di anatomia"

"Lezione di anatomia del dottor Tulp" (1632), Mauritshuis, L'Aia
"Lezione di anatomia del dottor Tulp" (1632), Mauritshuis, L'Aia

I ritratti di gruppo all'epoca erano molto richiesti: le grandi corporazioni, le compagnie militari e i gruppi delegati all'amministrazione pubblica erano soliti farsi immortalare in dipinti di grandi dimensioni, per accrescere il loro prestigio. Nel 1632 a Rembrandt viene commissionato, dalla gilda dei chirurghi, un dipinto per ricordare la lezione di anatomia tenuta pubblicamente dal dottor Nicolaes Tulp, uno dei più famosi medici del XVII secolo. Il successo de "La lezione di Anatomia" fu straordinario: si tratta di una scena innovativa rispetto a quelle dell’epoca, che di solito rappresentavano le figure allineate e sovrapposte in composizioni statiche e inespressive. Rembrandt dà invece vita ad una scena animata, in cui ogni personaggio possiede una propria individualità, e in cui come sempre si serve della luce per ottenere profondità ed intensità. Quest’opera consacrerà il pittore olandese nell’Olimpo dei maestri, elevandolo a fama internazionale.

2. I temi biblici: "Il festino di Baldassare"

"Il festino di Baldassarre" (1636), National Gallery, Londra
"Il festino di Baldassarre" (1636), National Gallery, Londra

Fra il 1636 e il 1642 Rembrandt raggiunge l'apice della fama, ma la sua pittura non smette di evolvere: gradualmente il pittore inserisce nelle proprie opere pennellate larghe, colori caldi, e nuovi soggetti. Il risultato furono opere famosissime come la "Morte della Vergine" del 1639 o "Ronda di notte" del 1642. Un'opera meno famosa, ma altrettanto esemplificativa del periodo maturo, è "Il festino di Baldassarre", che presenta un altro dei temi caratteristici della produzione dell’olandese: quello biblico. Una scena illuminata da una luce vivida, quasi dorata, che suggerisce lo sfarzo e la lussuria del re babilonese: il quadro raffigura infatti un episodio tratto da libro di Daniele, in cui si racconta che Baltassar, re di Babilonia, nonostante l'assedio da parte di Ciro, preferisce organizzare un banchetto a corte, anziché provvedere alla difesa della città.

3. La fiera rappresentazione di sé: l'"Autoritratto in camicia"

"Autoritratto con camicia ricamata" (1640), National Gallery, Londra
"Autoritratto con camicia ricamata" (1640), National Gallery, Londra

In questo famoso "Autoritratto" Rembrandt ha 34 anni. L’olandese dipinse moltissimi ritratti di se stesso, fin dalla giovinezza, ed una loro caratteristica è senz'altro la fierezza e la sicurezza con la quale egli si pone nei confronti dello spettatore, guardandolo direttamente negli occhi. In questo particolare dipinto, realizzato nel 1640, Rembrandt appare riccamente vestito con un abbigliamento tipico del Cinquecento: sovente l’artista si ritraeva con vesti di altre epoche, nell'intento di paragonarsi idealmente ai grandi maestri italiani.

4. La crisi: "Il bue macellato"

"Bue macellato" (1655), Louvre, Parigi
"Bue macellato" (1655), Louvre, Parigi

Fra gli anni Quaranta e Cinquanta del Seicento Rembrant visse esperienze turbolente e a volte drammatiche, che segnarono per sempre la sua vita e la sua produzione artistica. Nel 1642 muore l’amata moglie, e Rembrandt inizia ad indebitarsi per mantenere lo stile di vita dei tempi migliori; si risposa con una domestica, e viene accusato dall’austera Chiesa riformata "di vivere nel peccato". Anche suo figlio Tito, il suo primogenito, morirà, lasciando l’artista estremamente solo e avvilito: ma la sua pittura aveva già iniziato a mostrare i sintomi del disagio interiore e dei tormenti, come testimonia l’inquietante "Bue macellato", del 1655. L'opera, conservata al Louvre, si colloca nel filone delle scene di cucina: la figura umana occupa un posto secondario (si intravede solo una donna che spunta dalla porta sullo sfondo), e la rappresentazione del soggetto è inquieta, con pennellate nervose e una luce che più che illuminare, enfatizza l’ombra che sovrasta la rappresentazione.

5. La morte: l'ultimo "Autoritratto" 

"Autoritratto" (1969), Mauritshuis, L'Aia
"Autoritratto" (1969), Mauritshuis, L'Aia

Questo ennesimo “Autoritratto” è una testimonianza struggente degli ultimi anni di vita dell’artista: il quadro venne dipinto nel 1669, l'anno della sua morte. Il ritratto è impietoso: le delusioni, i dolori, la perdita della fama e i debiti segnano il suo volto, che appare stanco e malinconico. A differenza di altri autoritratti, in quest’ultima opera Rembrandt si ritrae senza pudore e senza cercare di dare di sé un’immagine autorevole.

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