410 anni fa moriva Caravaggio: così un virus “maligno” uccise il genio italiano
Il 18 luglio del 1610 si spegneva in solitudine Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio. L'uomo, l'artista, il genio, il latitante muore in viaggio 410 anni fa, colpito dai morsi di una febbre "maligna". Ritornato per la seconda volta a Napoli nell'ottobre del 1609, viene aggredito e gravemente ferito. Nello stesso tempo, i suoi protettori romani si adoperano per chiedere la grazia in suo nome. La cosa non può che confortarlo, l'agognato ritorno a Roma. Non farà a tempo. Ancora convalescente, Caravaggio si imbarcherà nel luglio del 1610 per lo Stato pontificio. Direzione Porto Ercole, da lì poi un nuovo viaggio verso Sud e arrivare a Roma. Ma le cose si mettono male. Finisce per errore in arresto, ma due giorni dopo viene liberato. L'idea è sempre quella: arrivare nella capitale, dove per intercessione della famiglia Colonna, avrebbe ricevuto la grazia per i suoi delitti passati. In dono portava dei dipinti da donare proprio ai suoi intercessori, tra cui il San Giovannino Battista, il San Giovanni disteso e la Maddalena in estasi. Gli salì una "febbre maligna", come dissero gli studiosi. Secondo le ipotesi successive, Caravaggio – che aveva vissuto per oltre un anno nell’isola di Malta – lì si sarebbe infettato di un virus, la brucellosi, altrimenti detta “febbre maltese”.
La latitanza di Caravaggio negli anni precedenti
All'appuntamento con quella morte raminga e ancora oggi leggendaria non ci era arrivato per caso. Erano più di quattro anni che il pittore vagava tra diversi luoghi del Sud d’Italia e d’Europa, precisamente dal 28 maggio 1606, quando in Campo Marzio, dopo una partita al gioco della pallacorda conclusasi in rissa, l’artista uccise Ranuccio Tomassoni. Condannato a morte e fuggito da Roma, Caravaggio giunse a Napoli, poi a Malta e successivamente in Sicilia, dove soggiornò a Siracusa, Messina e Palermo, prima di approdare nuovamente a Napoli. E da lì il cerchio ci chiude. L'attesa, la domanda di grazia, l'intercessione dei Colonna a Roma, poi la nave con le tele e tutto quel che abbiamo già detto.
Le altre ipotesi sulla morte del Merisi
Nonostante nella provincia di Grosseto siano state ritrovate quelle che sarebbero le spoglie del Merisi con una percentuale di sicurezza molto alta, nel corso degli anni sono state avanzate diverse ipotesi sulla strana morte di Caravaggio, che potrebbe essere stato ucciso da nemici invidiosi a Napoli prima della partenza oppure assassinato a Palo Laziale da chi puntava al bottino delle preziose tele sulla barca.
Quale sia la verità con certezza, forse, non lo sapremo mai. Resta il fatto che successivamente il genio italiano subì un lunghissimo oblio e si è dovuti aspettare la metà del XX secolo affinché la sua opera fu universalmente riconosciuta grazie al contributo di alcuni storici dell'arte, tra cui Roberto Longhi, che mise in luce la sua importanza nello sviluppo dell'arte pittorica moderna.