31 luglio 1886 moriva Franz Liszt. Virtù e visionarietà di un genio del pianoforte
Franz Liszt moriva il 31 luglio di 130 anni fa. Tra i più virtuosi maestri di pianoforte dell'Ottocento, rivoluzionò la tecnica pianistica e reinventò il rapporto tra pubblico ed esecutore. Figura cruciale nel panorama musicale. Nell'ultimissima grande biografia di Alan Walker in tre volumi, Oliver Hilmes descrive il compositore come attraente per il suo bell'aspetto, virtuosismo e capacità di reinventare e rivisitare i classici. Ispirò generazioni di artisti anche del mondo della letteratura e del cinema, come nel racconto di Edward the Conqueror (1953), di Roald Dahl, dove una donna crede che Franz Liszt si sia reincarnato nel suo gatto. Questa storia fa parte della serie televisiva Tales of the Unexpected, trasmessa per la prima volta nel 1979.
I brani più eseguiti, da Schubert a Chopin, il tributo ai grandi e l'attenzione verso i minori
I grandi concerti tra il 1840 e il 1845, rivelano i cinque brani più eseguiti come il Grand Galop Chromatique, Der Erlkönig da Franz Schubert, Réminiscences de Don Juan, Réminiscences de Robert le Diable e Réminiscences de Lucia de Lammermoor, opere che racchiudono il gusto e la poetica del compositore. Tra le opere di altri compositori, si incontrano composizioni come Invito alla danza di Carl Maria von Weber, Le Mazurche di Frédéric Chopin, studi di compositori come Ignaz Moscheles, Chopin e Ferdinand Hiller, oltre alle opere maggiori di compositori come Beethoven, Weber, Hummel e talvolta il suo repertorio includeva anche Bach, Händel e Domenico Scarlatti. Uno dei segreti del grande successo di Liszt sta nel suo approccio verso i grandi, mai all'insegna della competitività e della gelosia ma sempre di cura e di attenzione nella valorizzazione delle figure di spicco nel panorama della musica anche se a volte Chopin, Schumann, Brahms e anche Wagner non gli riservarono lo stesso trattamento. Liszt ha sempre mostrato una riverenza verso i grandi ma anche verso i minori come Joachim Raff e Peter Cornelius, e qualsiasi numero di grandi pianisti.
La rivoluzione della tecnica
Franz Liszt, oltre ad essere considerato uno dei più grandi virtuosi dell'800, se non di tutti i tempi, inventore di un nuovo modo di suonare: la melodia si affida ai pollici delle due mani, mentre le altre dita sono libere di destreggiarsi con arpeggi e ottave. Ma il suo stile inconfondibile non fa leva solo sulle novità tecniche ma anche sull'espressività e la gestualità, concedendosi stravaganti libertà nelle interpretazioni delle partiture. Pare che Hector Berlioz testimoniò di un Liszt ricco di elementi stilistici: ad esempio arricchì l'interpretazione della Sonata per pianoforte n. 14 di Beethoven con cadenze, tremoli e trilli, accentuando la drammaticità della scena e sostituì il tempo da Largo in Presto.
Come suonava davvero Liszt suonasse negli anni '20 del 1800?
A cercare di ricostruirne le atmosfere è il suo maestro Carl Czerny che descrive Liszt come personalità estremamente dotata di sentimento, di cui spiccano il suo esser brillante, la sua forza, la precisione e il genio creativo particolarmente dotata che suonava con molto sentimento e nelle recensioni dei suoi concerti elogiava la brillantezza, la forza e la precisione del suo modo di suonare ma al tempo stesso un'incredibile abilità di improvvisazione. Questo coinvolgente spettacolo poteva ammirarsi durante l'esecuzione dei pezzi classici, quelli della scuola Viennese, i concerti di Johann Nepomuk Hummel e le opere del suo ex insegnante Carl Czerny, un repertorio che Liszt rivisita sempre senza mai rinunciare ad una notevole dose di virtuosismo.
Lisztomania, i suoi ammiratori al limite dell'isteria
Gli ammiratori di Liszt si identificano in un pubblico delirante, nel senso più bello del termine, pre-romantico, per individuarne le reazioni emotive si parla di ‘Lisztomania‘, il furore dei fan verso il pianista ungherese durante le sue performance nel diciannovesimo secolo. Atmosfera che si inaugurò per la prima volta a Berlino (1841), un clima indescrivibile che indusse Heinrich Heine il 25 aprile del 1844, in seguito ad un'analisi stagione concertistica dell'anno a Parigi a coniare il termine nel riportare il delirio e lo sfogo di emozioni da parte del pubblico di Berlino.
Franz Liszt diviene icona, monete coniate e statue commemorative in suo onore
L'immagine che Liszt incarna è molto amata, diviene un simbolo, un'icona da commemorare nel conio di monete e per fare statue o busti commemorativi in varie città d'Europa, come ad esempio Eisenstadt, Vienna, Weimar, Raiding,Bayreuth, Kalocsa, Budapest, Mecseknádasd e Kiev, tra le altre. Ma l'omaggio al compositore sconfina in ogni dove, in seguito alla sua scomparsa, dal 1986, cento anni dopo la morte del compositore, si svolge ogni tre anni il prestigioso Concorso Pianistico Internazionale Franz Liszt a Utrecht e la grandezza del pianista si innalza nel cielo e nello spazio, persino l'asteroide 3910 Liszt, scoperto il 16 settembre del 1988 da Eric Walter Elst, porta in alto il suo nome.
Un'irresistibile miscela di virtuosismo e visionarietà
Se dovessimo sintetizzare la percezione della sua musica in pochissime parole, diremmo che ad emergere è un vigoroso senso di sua audacia, ottenuto tramite sonorità straordinarie e dal fascino della sua fisicità. Carisma e bellezza si accompagnano ad un irresistibile connubio fra genio visionario e visionarietà, innovazione e intuizione nel rivisitare i grandi motivi della musica mondiale, così come si evince dalle brillanti fantasie su temi operistici da Norma e Rigoletto al Don Giovanni. A rendere unica la musica di Liszt è quel pizzico di paradosso fra climax trascendentali che evocano un approccio gloriosamente teatrale e la sincerità e trasparenza delle suo composizioni che è il vero punto di forza della sua opera intramontabile.