30 anni fa cadeva il Muro di Berlino: le storie di chi non vide mai quel giorno
Il 9 novembre 1989 si chiudeva quello che lo storico Eric Hobsbawm ha definito “il Secolo breve”: quel giovedì di trent'anni fa, infatti, cadeva il Muro di Berlino. Quella sera, dopo l’annuncio del Ministro della Propaganda della DDR che “i posti di blocco sarebbero stati aperti” nei giorni seguenti per permettere ai cittadini dell’Est di viaggiare nella Germania dell’Ovest secondo procedure che però, al momento della dichiarazione, non erano state ancora definite, migliaia di berlinesi scendono in piazza per rivendicare “il diritto di passeggiare senza muri fra i piedi”. Un diritto che, negli anni, moltissimi uomini e donne avevano cercato di conquistare a prezzo della vita.
Un unico ordine chiaro e preciso era venuto fino a quel momento dalle autorità: “Se dovete sparare, fate in modo che la persona in questione non vada via ma rimanga con noi”. 302 torri di guardia con cecchini armati distribuite su un perimetro di calcestruzzo lungo 106 chilometri e altro 3 metri, filo spinato, recinti fortificati, 20 bunker e un totale di mille chilometri di confine fra due mondi che, prima del 13 agosto 1961 molti avevano percepito come uno solo.
In questa Storia fatta di numeri e ricorrenze, a trent'anni dalla scomparsa di quel cemento che per altrettanti anni aveva spaccato in due una città, sono le storie di chi ha vissuto ed è morto sull'orlo di quel confine ad essere importanti. Storie di persone nate e cresciute in momenti e luoghi diversi, distanti, resi tali da appena 10 metri riempiti di mine, sentinelle e filo spinato.
Ida Siekmann: il primo tentativo di fuga
All'epoca in cui la prima di queste storie si compie, il dispositivo militare attuato affinché “le persone non andassero via” non era ancora del tutto completo: erano infatti trascorsi nove giorni da quando la città di Berlino, il 13 agosto del ’61, si era svegliata divisa in due. A svegliarsi in questo nuovo mondo era stata anche Ida Siekmann, nel suo appartamento, che sorgeva proprio sulla linea di confine dei settori orientale e occidentale. Il 22 agosto Ida decide che è giunto il momento di riabbracciare i suoi famigliari, lontani solo pochi isolati ma irraggiungibili a causa di quel muro che era arrivato per spaccare in due la sua vita: salta dal balcone del terzo piano, sperando di atterrare incolume sul suolo di Berlino Ovest, ma le ferite riportate a seguito della caduta saranno fatali. Sarà lei la prima donna a morire nel tentativo di oltrepassare il Muro di Berlino.
L’ultimo uomo a morire sul Muro
Un’altra caduta da un’altezza vertiginosa, raggiunta con fatica sperando nella libertà, è stata quella di Winfried Freudenberg. L’ultimo uomo, stando alle fonti ufficiali, a morire tentando di scavalcare la barriera posta fra Est e Ovest. Winfried muore l’8 marzo del 1989, otto mesi prima che quella stessa barriera crollasse, dopo una notte passata a più di duemila metri di altezza nel pallone aerostatico che aveva scelto per tentare la fuga da quella parte di mondo che lui, nato quattro anni dopo la costruzione del Muro, aveva sempre visto “diviso”.
Ida e Winfried rappresentano l’inizio e la fine di un’esperienza che ha segnato per sempre la Storia: fra loro passano quasi trent'anni, lo stesso tempo che oggi ci separa dal primo colpo inferto per abbattere il Muro di Berlino. Fra le loro vite, passano quelle di altre mille persone morte senza vedere mai l’altra parte di quel mondo. Molti altri, circa cinquemila secondo le stime ufficiali, riusciranno invece nell'impresa di passare dall'Est all'Ovest, o viceversa. In tutti i casi le loro storie ci ricordano che ovunque sorgerà un muro, ci sarà sempre chi sarà disposto a tutto pur di superarlo.