18 settembre 1938: con l’annuncio delle leggi razziali l’Italia divenne antisemita
Ottant'anni fa, a Trieste, da un palco posto davanti al palazzo comunale della città friulana, Benito Mussolini annunciò il vergognoso contenuto delle leggi razziali che avrebbero cambiato per sempre la vita dei quarantamila ebrei italiani, con tutto quel che sappiamo. Violenze, discriminazioni, deportazioni di massa. Era il 18 settembre del 1938, una pagina nerissima dell'Italia fascista. Quando di colpo, per seguire la china hitleriana, l'Italia si scoprì antisemita.
Da quel momento in poi chi tra quegli ebrei che non aveva fatto in tempo a mettersi in salvo iniziò una vera e propria odissea, che in parte era già stata annunciata il 14 luglio di quello stesso anno, con il mostruoso contenuto del Manifesto della Razza firmato da una vasta schiera di scienziati italiani, con cui gli ebrei venivano esclusi ufficialmente dalla razza italiana.
Eppure fu con l'annuncio triestino, dove in questi giorni è andata in scena l'ambigua querelle tra gli organizzatori della mostra – poi saltata – il "Razzismo in cattedra" e il sindaco della città, che ha difatti imposto un altolà all'evento, che Mussolini "raccontò" agli italiani cosa avrebbero contenuto le Leggi Razziali. Peraltro, proprio in quei giorni, già i bambini e i docenti ebrei furono espulsi dall'inizio dell'anno scolastico a cui non poterono prendere parte.
Con il Regio Decreto, approvato dal Consiglio dei ministri nel novembre del 1938, furono banditi i matrimoni misti e si vietò agli ebrei di possedere aziende, terreni e immobili di un certo valore, di essere impiegati nell'amministrazione pubblica, enti, istituti e banche, prestare il servizio militare e svolgere professioni di carattere intellettuale. Per gli ottant'anni da quel giorno infausto, la città di Trieste ricorderà l'ottantesimo anniversario delle leggi razziali per non dimenticare. Oggi ci sarà una breve commemorazione in mattinata, ma la cerimonia ufficiale si terrà il 21 settembre in Municipio.