18 dicembre: perché la Giornata Internazionale dei Diritti dei Migranti ci riguarda tutti
Oggi 18 dicembre si celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale dei Diritti dei Migranti. Quest'anno, complice la pandemia da coronavirus, questa celebrazione assume un valore speciale, a maggior ragione perché nel 2020 ricorrono i trent'anni dalla approvazione della Convenzione per la protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie, approvata dall’ONU nel 1990, ma entrata in vigore solo nel 2003. La ricorrenza è stata promossa dall’istituzione a partire del 2000, quando si è avvertita la necessità di promuovere l’adozione della convenzione nel mondo.
Perché il 18 dicembre è la Giornata Internazionale dei Diritti dei Migranti
Purtroppo, però, c'è da dire che il riconoscimento dei diritti dei lavoratori migranti è una conquista troppo lenta, considerando che la questione fu sollevata dall’ONU nel 1972, quando a seguito di un incidente nel tunnel del Monte Bianco persero la vita 28 migranti maliani nascosti in un camion che trasportava macchine da cucire in viaggio verso la Francia. Trent'anni dopo, nessuno può in tutta franchezza sostenere che le condizioni dei lavoratori migranti nel mondo siano migliorate, al contrario ogni anno si segnalano migliaia di violazioni ai loro diritti e ai diritti umani fondamentali. Per questo oggi più che mai è necessario celebrare questa giornata per lottare contro gli abusi e gli sfruttamenti sul lavoro.
L'Italia non ha mai ratificato la Giornata Internazionale dei Diritti dei Migranti
Invece ad oggi purtroppo, la Convenzione annovera solo 51 ratifiche, la quasi totalità delle quali da parte di Paesi di provenienza dei flussi migratori. Nessun Paese a forte immigrazione dell'Europa occidentale o del Nordamerica, infatti, ha ancora firmato la Convenzione, tra cui l'Italia che nonostante gli inviti dell'ONU non ha mai ratificato la convenzione.
In un mondo globale siamo tutti lavoratori migranti
Il tema dei diritti dei lavoratori migranti e la loro tutela dovrebbe essere a cuore a tutti i cittadini occidentali ed europei per diversi motivi. Perché i diritti di quelli che oggi consideriamo ultimi hanno intimamente a che fare con i nostri diritti di domani; perché i diritti dei migranti oltre ad incidere sul benessere collettivo e sulla fiscalità generale dei paesi cosiddetti avanzati; perché, infine, in un mondo globale, connesso, in cui le conoscenze si spostano assieme alla forza lavoro e ai capitali infrangendo sempre più confini, chiunque di noi è un lavoratore migrante.