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100 anni fa moriva Auguste Rodin: aprì la strada al Novecento, leggendo Dante

Opere come “Il Bacio” e “Il Pensatore” hanno inaugurato un nuovo modo di rappresentare l’uomo e le sue passioni: è trascorso un secolo dalla morte di Auguste Rodin, l’artista che amava leggere Dante.
A cura di Federica D'Alfonso
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Il Pensatore, una delle opere più famose di Auguste Rodin.
Il Pensatore, una delle opere più famose di Auguste Rodin.

Il 17 novembre 1917 moriva uno degli scultori più rappresentativi, e allo stesso tempo atipici, del primo Novecento. Auguste Rodin preferiva essere accostato ad un artigiano piuttosto che considerato un artista, e non a caso il suo nome fu paragonato a quello di Michelangelo Buonarroti: un approccio diretto e viscerale, quello di Rodin con le sue opere, capaci di far uscire le emozioni dalla nuda pietra e dall’argilla come fossero vive.

Emozione ed espressività caratterizzano le movenze dei suoi personaggi mitici, figure umane tanto reali quanto allegoriche nella loro rappresentazione della condizione umana: alcune delle sue opere più famose sono dette “Frammenti”, figure incomplete, mutilate, mancanti di gambe o della testa, autorappresentativi di quella che, secondo Rodin, è la condizione propria dell’essere umano.

Un particolare dalla Porta dell'Inferno di Auguste Rodin, Museé Rodin, Parigi.
Un particolare dalla Porta dell'Inferno di Auguste Rodin, Museé Rodin, Parigi.

Fu proprio questo carattere allo stesso tempo cupo ma rappresentato da una scultura a dir poco splendente a renderlo uno degli artisti più atipici della propria epoca. Talmente atipico da arrivare al paradosso di  rappresentarla appieno. Le stesse sue passioni restituiscono il ritratto di un uomo profondamente riflessivo ma allo stesso tempo visionario: leggeva e amava Charles Baudelaire, ascoltava volentieri la musica di Gluck, e fu uno dei primi ammiratori dell’allora sconosciuto Van Gogh. Ma più di tutti, Auguste Renoir amava leggere Dante.

Dante nell'arte di Rodin

Il Bacio.
Il Bacio.

Ho vissuto un intero anno con Dante, vivendo di nulla se non di lui e con lui, disegnando gli otto cerchi dell'inferno.

Uno dei temi a cui Auguste Rodin rimase legato per tutta la vita è quello dell’Universo dantesco. La Divina Commedia aveva esercitato su di lui fin dalla giovinezza un fascino del tutto particolare: Romanticismo e spiritualità confluiscono in Rodin nei personaggi descritti da Dante. Durante la sua carriera realizzò una lunga serie di disegni e bozze di raffigurazioni dell’Inferno, eper oltre trent’anni fino alla sua morte Rodin fu letteralmente ossessionato dalle suggestioni infernali della Divina Commedia.

La sua scultura più famosa, “Il Pensatore”, nel progetto iniziale altro non doveva essere che una raffigurazione del sommo poeta intento a riflettere sulla sua opera. La statua doveva essere posta all'ingresso del Museo di Arti Decorative di Parigi come parte di un monumentale ingresso raffigurante tutta la Commedia dantesca. Il progetto complessivo non fu mai realizzato, ma l’uomo in meditazione è entrato nell'immaginario collettivo come il simbolo eterno dell’attività individuale.

"Amor, ch'a nullo amato amar perdona": il Bacio

Particolare della Porta dell'Inferno in una copia conservata al Museé d'Orsay.
Particolare della Porta dell'Inferno in una copia conservata al Museé d'Orsay.

Oltre al Pensatore, l’altra testimonianza dello stretto rapporto che legò Rodin a Dante è la celebre Porta dell’Inferno, oggi custodita nel Museé Rodin di Parigi. Oltre ad una piccola riproduzione del sommo poeta sono riconoscibili numerosi altri personaggi come il il Conte Ugolino, Adamo ed Eva e Paolo e Francesca.

E furono proprio Paolo e Francesca, gli amanti descritti da Dante nel V canto dell’Inferno, ad ispirare l’altra celebre opera di Rodin, “Il bacio”. Inizialmente intitolata “Francesca da Rimini”, anch'essa doveva far parte della monumentale installazione pensata per la Porta, ma fin da subito la straordinaria espressività e l’armonia delle forme e della rappresentazione complessiva appaiono a Rodin del tutto indipendenti e  quasi autonomamente bisognose di distaccarsi dalla tragedia narrata dalla Porta Infernale.

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