Crisi in Grecia, ore decisive per i negoziati e il FMI impone le sue regole
Giorni decisivi per il futuro della Grecia e del Premier Lucas Papademos, in ballo ci sono la nuova tranche di aiuti da 130 miliardi di euro che l'Unione Europea e il Fondo Monetario Internazionale hanno disposto ad ottobre ma che non sbloccheranno se il Governo ellenico non provvederà ad una serie di riforme strutturali nel Paese. La Grecia, sconvolta da una crisi economica che ormai l'ha portata al limite del fallimento, sembra completamente sottoposta ai voleri dei suoi creditori che impongono misure drastiche senza possibilità di negoziazione.
Secondo gli organi di stampa locali ieri le istituzioni internazionali avrebbero presentato un documento dettagliato al Governo sulle misure da attuare che Papademos avrebbe illustrato ai suoi ministri. Nulla di ufficiale ma le voci parlano di un vero e proprio elenco di comandamenti da rispettare per lo sblocco dei fondi. Una decina di pagine che prevedono misure drastiche sia nel campo del rigore finanziario con sostanziali riduzioni dei costi della spesa pubblica, sia sul piano del rilancio con norme su liberalizzazioni e deregolamentazioni. Certamente un duro colpo per il Governo greco già impegnato con gli scioperi e le proteste di piazza dei cittadini esasperati dalla crisi. Le nuove norme dovrebbero riguardare in particolare nuovi tagli alle pensioni e ai salari, abolizioni di enti pubblici e conseguenti posti di lavoro statali, ma anche liberalizzazioni delle professioni e lotta alla corruzione.
Lo sblocco dei fondi, però, è solo uno dei problemi, un altro punto fondamentale per il salvataggio greco è la riduzione del debito, che i creditori si dovranno accollare per riuscire a recuperare una parte del credito. Su questo versante Papademos ha detto che l'impegno è quello di concludere le trattative entro l'inizio di febbraio e le consultazioni di ieri e oggi vanno in questo senso. La bozza di accordo con i privati prevede la riduzione del 50% del valore dei titoli greci, in cambio di nuovi bond con termini di scadenza più ampi e minor rendimento. L'accordo ancora non è stato raggiunto, ma il Governo dovrà fare in fretta perché il momento in cui scadranno i vecchi bond non è lontano e attualmente la Grecia non è in grado di ripagarli.
Gli sforzi greci potrebbero non esser sufficienti secondo il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker che, dunque, chiede agli stati creditori di rinunciare ad una parte del debito senza condizioni. L'obiettivo di ridurre il deficit pubblico al 120% del Pil secondo Juncker non è alla portata della Grecia e questo potrebbe provocare una scossa economica disastrosa per tutta l'Europa. Il problema del contagio a catena è stato sottolineato anche dal Presidente del FMI Christine Lagarde che ha auspicato una soluzione immediata per non rischiare che i mercati finanziari continuino ad avere un'enorme volatilità.