Crisi, è scontro sugli eurobond tra la Merkel e l’asse italo francese
Dal vertice informale dei capi di stato dell'Unione Europea svolto ieri a Bruxelles si delineano le nuove posizioni dei vari Paesi sulle misure di contrasto alla crisi economica. La cancelliera tedesca Angela Merkel appare sempre più isolata nella sua visione intransigente che impone la massima austerità, mentre dopo la sconfitta di Sarkozy appaiono sempre più vicine le posizioni di Italia e Francia. Lo scontro principale è sulle nuove mosse da attuare in campo europeo, con Monti e Hollande che chiedono maggiori sforzi sul piano della crescita più che sul controllo dei conti.
Sicuramente alcuni passi avanti sono stati fatti come confermano tutti i leader europei, ma la partita resta ancora tutta da giocare, come ha confermato il presidente francese Francois Hollande "continuiamo a cercare un compromesso ma non ci siamo ancora". Uno degli strumenti chiave su cui il dibattito resta vivo sono gli Eurobond sui quali si è speso molto il nostro Premier. Per Monti, infatti, ora è di vitale importanza ridare stimolo alla crescita attraverso investimenti pubblici finanziati con i project bond o anche attraverso i fondi della Banca degli investimenti europea, il cui capitale dovrebbe essere aumentato. Della stessa idea sono anche Hollande e il Premier spagnolo Mariano Rajoy che chiedono strumenti per la mutualizzazione del debito pubblico.
Sugli eurobond in Europa si confrontano due visioni opposte, in generale nessuno è contrario al loro utilizzo, ma per la Germania come anche ad esempio per Herman van Rompuy, essi fanno parte di progetti sul lungo periodo che per il momento non possono trovare sbocco. La Merkel teme infatti che la crisi del debito degli altri Paesi venga scaricata e ammortizzata anche sul bilancio dei Paesi in buona salute come la Germania e vuole un risanamento già consolidato prima di accettarli. Ad ogni modo della questione se ne discuterà a breve nel prossimo vertice quadrilaterale tra Italia, Germania, Francia e Spagna che è in programma alla fine di giugno a Roma.
Infine la discussione sulla Grecia e sul suo possibile addio all'Euro, ha visto il gruppo sottoscrivere un documento ufficiale in cui si conferma la volontà di far rimanere nell'Unione Atene, anche se si ribadisce la necessità che il futuro governo ellenico rispetti i patti firmati in precedenza con la Troika. Certamente una dichiarazione di intenti che cerca di buttare acqua sul fuoco, ma non è detto che riesca a convincere i mercati che ieri hanno avuto un nuovo tracollo.