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Crisi della maggioranza sulla Libia. La guerra è tra Berlusconi e la Lega

Governo nel caos dopo la decisione di raid mirati, ufficializzata dal premier. Il Carroccio si oppone fermamente ai bombardamenti. Ma non è solo la guerra in Libia che non va giù a Bossi e compari.
A cura di Biagio Chiariello
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E' crisi della maggioranza dopo la volonta di Berlusconi di bombardare la Libia. A seguito della decisione di Umberto Bossi di opporsi all'intervento militare italiano, ieri sono arrivate anche le dichiarazioni di un altra punta di diamante del Carroccio, Roberto Maroni: “Non riusciamo a capire la decisione di Berlusconi […] Il governo è in pericolo se non fa quello che deve fare, se si limita a far cose contrarie al sentire comune, alle nostre valutazioni". I rapporti tra il Premier e la Lega non raggiungevano un punto così basso da diverso tempo e la linea dura del gruppo di Via Bellario rischia di minare seriamente quell'equilibrio su cui il Governo Berlusconi si fonda ormai da anni. La Lega chiede infatti una dibattito in parlamento e magari un voto parlamentare, opzione assai pericolosa per la maggioranza. Pronta la replica: "Non ci fa paura assolutamente", ha detto ieri sera il Presidente del Consiglio durante una cena a casa della parlamentare Melania Rizzoli, insieme ad altri membri dell'esecutivo. Il problema si risolverà senza drammi, ha aggiunto Berlusconi che si comunque si è detto contrariato per le dichiarazioni del Ministro degli Interni sulla Libia.

Ma in realtà non è solo il via libera ai raid annunciato durante il vertice Italia – Francia che non va giù a Senatùr e compari. In primis è l'ormai chiaro indebolimento dell'immagine del Premier, in Italia e all'Estero, a far storcere il naso agli esponenti leghisti. A questo vanno ad aggiungersi temi più specifi come la lotta ormai sempre più aspra contro "le toghe rosse"; le poltrone sempre più numerose concesse ai "Responsabili", visto in maniera ambigua da Bossi & c.; e ancora l'ok all'Opa Lactalis su Parmalat e il caso-Nucleare. Ma Berlusconi minimizza: "Ci possono essere a volte delle posizioni diverse su un certo problema, ma questo non significa che si possa inficiare quello che è l'accordo generale".

Ma la posizione della Lega Nord sulla guerra in Libia è risoluta, come affermato stamane da Marco Reguzzoni, capogruppo del Carroccio alla Camera: "Nessuna divisione, la contrarietà alla guerra è condivisa da tutti." ha assicurato Reguzzoni a ‘La Telefonata' su Canale 5. "Ed è- aggiunge – una posizione non di oggi. La Lega è nata 30 anni fa: la posizione sulla politica estera e' stata sempre la stessa. Nulla di vero". Ostili ad oltranza alla guerra, anche perchè "ogni bomba che cade aumenta il numero di immigrati clandestini che arriveranno sulle nostre coste. Avremmo voluto più prudenza in questo campo", come del resto titola anche La Padania: "Bombe uguale più clandestini".

Ad inasprire la polemica interna alla maggioranza ci ha pensato anche Il Giornale. Secondo Alessandro Sallustri dietro lo rottura tra Bossi e Berlusconi ci sarebbe Giulio Tremonti: "Altro che Libia e clandestini: dietro lo strappo del Carroccio c’è la manina del ministro Tremonti che vuole vendicarsi della nomina di Draghi alla Bce e dell’Opa francese su Parmalat". Sarebbe stato quindi il Ministro dell'Economia ad "aizzare la Lega" contro Berlusconi. Ecco quindi arrivare l'opposizione di Bossi ai raid contro l'ex amico fidato Gheddafi. Nel suo editoriale, Sallustri scrive anche che il leader del Carroccio "sa che il progetto federalista è realizzabile soltanto al fianco del Pdl". Quindi "sfasciare tutto per che cosa? Per vendicare Tremonti? Un po’ poco ed è difficile farlo digerire al popolo leghista".

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