Crimea, il Parlamento dichiara l’indipendenza dall’Ucraina
Con 78 voti favorevoli il Parlamento della Crimea ha dichiarato l'indipendenza dall'Ucraina: il voto rappresenta un viatico al referendum che si terrà tra 5 giorni che potrebbe sancire l'annessione della Regione alla Federazione Russa che, nel frattempo, si prepara ad inglobare la penisola. Stamattina, inoltre, le autorità della Crimea hanno annunciato la nazionalizzazione delle navi della flotta ucraina attraccate a Sebastopoli: qui la lingua russa ha già sostituito quella ucraina, almeno nella redazione dei documenti ufficiali. A breve anche gli stipendi verranno pagati in rubli.
Naturalmente la decisione del Parlamento di rendere la Crimea indipendente dall'Ucraina non ha trovato il sostegno del presidente ad interim Aleksandr Turcinov, che da kiev ha tuonato: "I russi rinunciano a qualsiasi contatto nonostante che la comunità internazionale le abbia chiesto di aprire negoziati di pace ". Turcinov ha inoltre specificato: "Non possiamo impegnarci in un'operazione militare in Crimea, indeboliremmo i confini orientali, l'esercito russo conta su questo". Il premier ucraino Arseni Yatseniuk si è invece appellato a Stati Uniti e Gran Bretagna: "Se non siete capaci di proteggere il territorio dell'Ucraina, come convincerete Corea del Nord e Iran ad abbandonare le armi nucleari?". In questo quadro è ricomparso il premier deposto Viktor Yanukovich, che da Rostov sul Don ha detto: "Resto io il presidente e il comandante dell'esercito. Le elezioni convocate per il 25 maggio sono illegittime". Sull'attuale governo di Yatseniuk, ha affermato che "è formato da estremisti" e "la legge impedirebbe agli Usa di dare aiuti a governi illegittimi".