Costa D’Avorio, massacrate 330 persone – è guerra civile
Massacro di civili in Costa D'Avorio, dove i ribelli favorevoli a Ouattara e i lealisti fedeli al presidente Gbagbo si uccidono a vicenda. Le vittime, stimano le Nazioni Unite, potrebbero essere molte di più: circa mille i casi sospetti. Pochi giorni fa, l'assalto alla casa di Gbagbo. Una vera e propria strage di civili inermi sta dilaniando l'ennesimo paese africano. Stavolta, però, siamo nel cuore sub-sahariano del continente, in subbuglio dopo le elezioni che hanno visto vincitore Alassane Outtara, riconosciuto anche in sede internazionale come nuovo presidente della Costa d'Avorio. Questi nega di aver un ruolo nei massacri che i suoi sostenitori stanno perpetrando ai danni dei civili pro-Gbagbo. Una situazione diversa dalla guerra civile in Libia e dalle rivolte nel mondo arabo.
330 persone sono state uccise nella città di Duekoue, nell'Ovest della Costa d'Avorio. A confermarlo è la missione Onu che si trova nel paese: la Onuci. Ma le informazioni della Caritas fanno temere che nel distretto siano state massacrate oltre mille persone. La Croce Rossa internazionale denuncia che 800 persone sono state uccise dopo gli scontri di martedì 29 marzo. La città di Duekoue è sotto il controllo militare di un gruppo ribelle pro-Ouattara, che sta massacrando inermi cittadini per la loro opposizione al nuovo presidente.
La Caritas chiede che venga aperta un'inchiesta per appurare le responsabilità del massacro di civili: “Non sappiamo chi sia responsbile di queste uccisioni ma chiediamo che venga avviata un’adeguata inchiesta per stabilire quale sia la verità. La Caritas condanna gli attacchi contro i civili ed afferma la situazione umanitaria in Costa d’Avorio sta deteriorando rapidamente”.
Da quando il presidente Gbagbo non ha ratificato l'elezione del leader dell'opposizione Ouattara, la Costa d'Avorio vive una situazione di perenne guerra tra le milizie cittadine delle due fazioni in lotta. Gbagbo ha fatto annullare ben sette sezioni elettorali del Nord del paese, risultando in questo modo vincitore della tornata elettorale con il 51% delle preferenze.