Cosa ha detto Giuseppe Conte nella conferenza stampa sul futuro del governo
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si è presentato in conferenza stampa a Palazzo Chigi per rivolgere un ultimatum a Lega e Movimento 5 Stelle e, in particolare, ai loro leader Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Un avvertimento con cui chiede ai due leader politici di decidere se vogliono proseguire l’esperienza di governo, perché lui non ha intenzione di “vivacchiare”. Motivo per cui, senza una decisione netta e chiara, Conte si dice pronto a rimettere il suo mandato nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Conte ha comunque assicurato di non aver ricevuto alcuna richiesta di rimpasto dagli esponenti del governo. Ma cosa ha detto il presidente del Consiglio durante la conferenza stampa?
Il presidente del Consiglio ha esordito parlando del contratto di governo, definito come un elemento di forza di questa esperienza a Palazzo Chigi. E ha sottolineato l’importanza del giuramento fatto, che “è stato e sempre sarà il faro della mia azione come presidente del Consiglio. Sin dall’insediamento abbiamo rivendicato di essere il governo del cambiamento, perché è nato dall’incontro di due forze politiche consapevoli che il Paese avesse bisogno di un cambio di passo”.
Conte ha iniziato parlando delle misure messe in campo dal suo governo:
Reddito di cittadinanza e quota 100 hanno compiuto un vero e proprio patto sociale. Al fondo di queste azioni vi è la convinzione che un Paese non può avere futuro di sviluppo se ampie fasce della popolazione rimangono ai margini del consorzio sociale ed economico. Siamo intervenuti anche per rispondere al bisogno di sicurezza dei cittadini, soprattutto quelli che vivono in aree più esposte, anche per quanto riguarda il tema dell’immigrazione. Abbiamo adottato lo spazza corrotti, introducendo una delle legislazioni più avanzate al mondo sul tema.
Dovremo accompagnare il reddito di cittadinanza con una forte campagna di controlli e vigilare affinché si realizzi il circuito con la formazione. Lo stesso vale per il decreto sicurezza: con la linea di rigore sull’immigrazione irregolare dobbiamo intensificare anche gli sforzi per rendere più efficaci i rimpatri di chi non ha diritto di rimanere sul nostro territorio.
Conte è poi passato all’esperienza di governo vista anche dal punto dei vista dei rapporti interni all’esecutivo:
Abbiamo svolto un lavoro di squadra con i miei vice e con tutti i ministri, oltre che con tutti i parlamentari di maggioranza, che voglio ringraziare. Anzi, io auspico un maggiore coinvolgimento nell’interazione con il governo. Questa esperienza di governo ha dovuto convivere con una serie di tornate elettorali, che ci hanno costretto a convivere con una campagna elettorale permanente e ne ha risentito il clima. Io stesso avevo sottovalutato questo aspetto. La competizione europea si è rivelata molto aspra, facendo percepire uno stallo nell’azione di governo. Questa è una falsità, perché il governo ha sempre continuato a lavorare. La fase due inaugura una stagione particolarmente intensa sul piano riformatore: abbiamo approvato un decreto legge in tema di semplificazioni. L’ambizione è di realizzare una semplificazione dell’intero quadro legislativo. Presto al ministero di Giustizia arriveranno due disegni di legge per riformare il codice di procedura civile e penale, per una giustizia sempre più rapida e vicina ai cittadini. Dobbiamo lavorare anche a una disciplina sul conflitto d’interessi che sia realmente efficace: il Paese la attende da decenni. Dobbiamo poi realizzare una più organica riforma del fisco, non solo con la rimodulazione dell’aliquota, ma anche con una giustizia tributaria più efficiente e rapida. Dobbiamo offrire un più robusto sostegno economico alle famiglie con molti figli, perché l’Italia rischia di diventare un paese per vecchi. Più in generale dobbiamo lavorare a una manovra economica che si attende complessa, avendo cura di non incrementare l’Iva. Dovremo fare scelte delicate che richiedono forte condivisione. Le regole europee rimangono in vigore fin quando non riusciremo a cambiarle. Io stesso sto lavorando ad alcuni progetti strategici con i ministri competenti per consegnare alla generazioni future un’Italia migliore: un piano nazionale per migliorare la ricerca, per rafforzare il sistema scolastico, dobbiamo completare il piano straordinario per il turismo e le nostre ricchezze artistiche, un progetto di valorizzazione della nostra filiera alimentare. Sono alcune delle iniziative a cui stiamo lavorando e che richiedono visione, coraggio, tempo. Impongono di uscire dagli schemi delle campagne elettorali, dei proclami a mezzo stampa per abbracciare una programmazione strategica. Siamo chiamati a soddisfare le richieste del Paese, diversi dai like.
Poi Conte analizza quanto avvenuto con il voto del 26 maggio:
La consultazione elettorale ha offerto un dato significativo: a distanza di un anno i cittadini italiani rafforzano la fiducia verso questa esperienza, anche se la distribuzione nella maggioranza si è notevolmente modificata. La Lega ha avuto un incremento significativo, il 5 Stelle è uscito indebolito. Trattandosi di una consultazione europea non ha ricadute dirette sul nostro Parlamento. Ma le comunità politiche sono fatte di uomini e donne, così i risultati portano grande delusione e soddisfazione. Purtroppo il clima elettorale non si è ancora spento, è un clima che non giova all’azione di governo. I miei rapporti personali sono buoni, ottimi, con tutti i ministri e anche con i miei vicepresidenti. Lavorare nell’interesse esclusivo del Paese significa qualcosa di più che avere buoni rapporti personali, significa predisporsi a un orizzonte temporale più ampio e a un atteggiamento costruttivo. Se continuiamo a indugiare nelle polemiche a mezzo stampa, nelle freddure a mezzo social, non possiamo lavorare. Questi perenni conflitti pregiudicano il lavoro: la fase due deve essere ancora più risoluta.
Dobbiamo preservare il patrimonio di fiducia che voi tutti ci avete concesso. Vi assicuro che sarà il governo del cambiamento fino all’ultimo giorno. Non posso essere certo della sua durata, ma posso garantirvi che fino all’ultimo sarà il governo del cambiamento, per la trasparenza e la chiarezza di intenti. La premessa necessaria per agire in questa direzione è racchiusa in una formula chiave: leale collaborazione. Tra le forze politiche e parlamentari della maggioranza e dei membri del governo. È un concetto politico e anche etico. Se prendiamo una decisione non possiamo cambiarla. Non possiamo chiedere una nuova riunione. Significa che se si hanno questioni politiche da sollevare lo si fa rispettando la grammatica istituzionale, non lanciando segnali sui social.
Altro punto affrontato è l’importanza di evitare una procedura d’infrazione dall’Ue sul debito, chiedendo alle due forze politiche di evitare interventi scomposti. Poi Conte ha lanciato un vero e proprio ultimatum:
Chiedo a entrambe le forze politiche e in particolare ai rispettivi leader di operare una chiara scelta e di dirmi e dirci se hanno intenzione di proseguire nello spirito del contratto stipulato o se preferiscono riconsiderare questa posizione, perché vogliono consolidare la loro posizione o riscattare una sconfitta elettorale. Io resto disponibile. Non mi presterò in nessun modo a bivaccare per proseguire la mia presenza qui a Palazzo Chigi. Se i comportamenti non fossero coerenti e conseguenti, con la trasparenza e lealtà con cui uniformo sempre la mia azione dimetterò il mandato nelle mani del presidente della Repubblica, verso cui provo una profonda stima e gratitudine per il sostegno e i consigli finora ricevuti. È compito delle forze politiche decidere: chiedo una risposta chiara, inequivoca e rapida.