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Cosa c’è nel decreto Sblocca cantieri

Sul decreto Sblocca cantieri sarebbe stato superato lo stallo nel governo, dopo un’intesa raggiunta dai due vicepremier. La Lega chiedeva lo stop di due anni al Codice degli appalti. Nel nuovo testo ci sarebbe la sospensione di alcune parti del codice e la modifica di altre. Il testo sarà domani in Aula in Senato.
A cura di Annalisa Cangemi
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Sul decreto Sblocca cantieri è arrivato l'accordo: domani il provvedimento arriverà in Aula a Palazzo Madama, per poter essere esaminato e poi convertito in legge. Il giorno dopo l'ultimatum lanciato dal presidente del Consiglio Conte, l'intesa è arrivata dopo una telefonata tra i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, che ha disteso gli animi: "Voi non mi credete mai quando dico che sono ottimista e i problemi si risolvono – ha detto Salvini – Ci stavamo lavorando da ieri notte, tra persone di buon senso l'accordo si trova, a me come Lega interessava che i cantieri venissero sbloccati e si tagliasse la burocrazia, che tornare a sistemare una scuola, una strada, una casa di riposo fosse semplice. Il codice degli appalti inventato dalla sinistra bloccava tutto e tutti. Se l'accordo c'è si va avanti".

Anche Di Maio si è detto soddisfatto: "Non sono mai stato un tipo orgoglioso. Sul decreto sblocca cantieri eravamo in impasse, così ho chiamato Salvini e abbiamo trovato una soluzione di buon senso. Nei prossimi giorni sarà molto importante ricominciare a lavorare a pieno regime, adesso bisogna dare stabilità al Paese". 

Oggetto di scontro in queste ore è stata la richiesta di riformulazione, avanzata da Conte, dell'emendamento della Lega che chiedeva la sospensione temporanea (per 2 anni) del Codice degli appalti. La commissione Bilancio del Senato doveva riprendere i lavori questa sera alle 19, per completare il parere sugli emendamenti, ma la seduta della commissione Bilancio al Senato sarà riconvocata domani alle 8:30. Il testo modificato, che recepisce l'accordo M5S-Lega raggiunto oggi, è arrivato in serata.

Il superemendamento accoglie alcune delle novità già approvate dalla commissione, tra le quali la soglia al 40% del possibile ricorso al subappalto e le modalità, fissate a più scaglioni, per l'affidamento dei lavori senza gare ma con diverse procedure negoziali. L'emendamento, che è composto da oltre 14 pagine ricche di rimandi e di correzioni all'emendamento originario, prevede che alcune norme siano valide solo per il 2019 e il 2020 fino ad una riforma del codice degli appalti.

Le reazioni

"Soddisfatti per l'accordo trovato sul decreto sblocca cantieri. Dopo esserci confrontati anche con i relatori, proporremo al Senato, tra le altre cose, quanto già concordato in sede di commissione, vale a dire un emendamento che prevede la sospensione di alcuni punti rilevanti del codice degli appalti per due anni, in attesa di una nuova definizione delle regole per liberare da inutile burocrazia le imprese", hanno detto i capigruppo al Senato Massimiliano Romeo (Lega) e Stefano Patuanelli (M5S). "Al contempo – hanno precisato – sarà garantito il rispetto delle norme e del lavoro già fatto nelle commissioni parlamentari sull'argomento. In particolare saranno anche garantite le soglie già in vigore per i subappalti e salvaguardati gli obblighi di sicurezza per le imprese. Abbiamo svolto un normale lavoro parlamentare che porteremo come maggioranza in commissione e poi in Aula al Senato".

"Il Codice appalti è la fase finale, ci si deve arrivare, prima serve il progetto fatto bene, altrimenti partono i ricorsi. È un'armatura costruita intorno alla normativa europea, che è più leggera e consente a tutti evidentemente di andare avanti. Ma serve prima di tutto uno sforzo di progettazione", ha commentato il ministro dell'economia Giovanni Tria in un passaggio del suo intervento alla presentazione della Rivista Economica a Napoli. Tria ha da sempre sostenuto che la normativa europea faciliterebbe gli appalti anche in Italia.

Nel Pd resta comunque scetticismo: "Mentre le agenzie, i siti, le tv, propagandano l'intesa raggiunta sullo Sblocca cantieri, in commissione Bilancio il viceministro Garavaglia si rifiuta di dare conto della soluzione trovata all'impasse e non c'è traccia di un testo sul quale la commissione si possa esprimere. A venti ore dalla farsa dalla apertura della crisi annunciata dal presidente Conte in conferenza stampa lavoratori imprese e amministrazioni pubbliche vengo lasciati ancora a bagno maria nella incertezza. Siamo di fronte a dei cialtroni", hanno attaccato Dario Stefàno, vicepresidente dei senatori del Pd e Alan Ferrari, segretario d'aula del Pd a Palazzo Madama.

Cosa c'è nel decreto Sblocca cantieri

Il testo è stato approvato in via definitiva lo scorso 18 aprile dal Consiglio dei ministri. Il decreto interviene sul Codice degli appalti (l'ultima bozza conteneva 81 modifiche) e mira a rilanciare il settore dei contratti pubblici, accelerando interventi infrastrutturali. Per quanto riguarda l'emendamento della Lega, sullo stop di due anni al codice degli appalti, su cui i due partiti di governo hanno raggiunto una mediazione, il testo prevede la sospensione di alcune parti del codice e la modifica di altre, tenendo conto dei lavori delle commissioni parlamentari. L'intesa raggiunta, quindi, non prevede la sospensione del codice.

Il Carroccio porta a casa alcuni risultati. Se infatti rinuncia alla sospensione di due anni del codice, da questo momento le amministrazioni pubbliche non avranno più l’obbligo di selezionare i commissari di gara all’interno di un albo presso l’Autorità anti-corruzione, ma potranno sceglierli al loro interno. Tornano poi gli appalti integrati: le amministrazioni non dovranno più fare i progetti esecutivi prima di affidare i lavori alle ditte vincitrici dell’appalto, ma saranno queste ultime a occuparsi di tutto, di progettazione ed esecuzione. Decade anche l'obbligo per i Comuni non capoluogo di rivolgersi alla stazione unica appaltante.

La Lega aveva come punto di riferimento la normativa europea sugli appalti. L'intento era quello di chiedere una sospensione del Codice varato in Italia nel 2016, mantenendo quanto previsto da tre direttive Ue, tutte del 2014. Tra i paletti fissati dalla cornice normativa europea non c'è un tetto per il subappalto, che quindi è libero e può arrivare fino al 100% dell'opera. E anche la soglia sotto sui scatta la gara è più elevata rispetto a quella italiana: il limite comunitario attuale è di 5,5 milioni di euro per i lavori, anche se comunque è invocato il rispetto dei principi di trasparenza e pubblicità. L'emendamento della Lega, al centro del braccio di ferro con i pentastellati, richiamava appunto "il rispetto dei principi e delle norme sancite dall'Unione europea". 

M5s invece ottiene la soglia per il subappalto al 40% (superiore al tetto del 30% in vigore finora) e la salvaguardia degli obblighi di sicurezza.

Ci sono novità anche per l'emendamento sulla revoca delle concessioni autostradali. Secondo fonti del Mit il cosiddetto ‘scudo' per i funzionari pubblici che firmano l'eventuale cessazione anticipata del rapporto di concessione passa per il visto e la registrazione della Corte dei Conti. Nella precedente formulazione il vaglio che escludeva la ‘colpa grave' del dirigente spettava invece all'Avvocatura generale dello Stato. Dal Mit trapela "soddisfazione" per il ritorno alla versione iniziale.

Il testo semplifica anche la disciplina degli interventi nelle zone colpite da eventi sismici, distinguendo tra interventi considerati ‘rilevanti', di ‘minore rilevanza' o ‘privi di rilevanza' e prevede ulteriori disposizioni urgenti per il rafforzamento del Sistema Nazionale della Protezione Civile, introducendo nuovi servizi di allarme pubblico volti alla prevenzione delle calamità e alla tutela della vita umana.

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