Cosa cambia da oggi con il decreto salva Italia
La manovra Monti, il cosiddetto decreto salva Italia, è legge. Il via libera definitivo al provvedimento è arrivato ieri dal Senato, la cui maggioranza ha risposto positivamente alla richiesta di fiducia avanzata dal governo. L'obiettivo, non esente da ostacoli, resta l'agognato pareggio di bilancio previsto per il 2013: la strada l'aveva tracciata con le sue manovre estive il precedente governo Berlusconi; le previsioni di crescita più basse del previsto e l'interesse sul nostro debito che non accenna a diminuire hanno però costretto Mario Monti a tornare sulla questione, varando un provvedimento di circa 30 miliardi. Ma cosa cambierà con la manovra Monti? Cerchiamo di capirlo, anche grazie anche all'ottimo lavoro svolto da Daniele Forlini e Salvatore Morelli su Quattrogatti.info.
La composizione della manovra
Come abbiamo già accennato, l'obiettivo della manovra è quello di portare a casa il pareggio di bilancio nel 2013. Per raggiungerlo il governo prevede di recuperare 33 miliardi di euro all'anno per i prossimi 3 anni, reinvestendone 11 ogni anno per misure sulla crescita. Ma da dove arriveranno questi quattrini? Il 75% delle entrate previste deriveranno da nuove tasse; il 25%, invece, sarà coperto da tagli alla spesa pubblica. Oltre a queste misure che garantiranno la regolarizzazione dei conti pubblici, il decreto contiene anche misure per rilanciare l'economia (circa 1/3 dei 33 miliardi), cioè aumenti di spesa ed agevolazioni fiscali.
Le nuove tasse della manovra
Le tasse, lo abbiamo ormai appurato, sono il piatto forte del decreto, in soldoni 25,8 miliardi di euro. La manovra prevede la reintroduzione dell'Ici (si chiamerà Imu, ovvero Imposta municipale sugli immobili), l'aumento delle imposte su benzina e tabacco, l'aumento dell'addizionale regionale Irpef, la tassazione sui beni di lusso, la tassazione su patrimoni finanziari e immobiliari che gli italiani hanno all'estero, un contributo di solidarietà sulle pensioni d'oro, l'aumento dei contributi previdenziali per i lavoratori autonomi, la Tares (tributo su rifiuti e servizi). Il 66% delle entrate sarà costituito dall'Imu (44%) e dal'aumento delle imposte su benzina e tabacco (22%): l'Imu, in particolare, porterà nelle casse dello Stato 11 miliardi di euro, 2 dei quali resteranno ai comuni. Occhio, però, anche all'Iva che l'anno prossimo passerà dal 10% al 12% e dal 21% al 23% per i consumi di beni e servizi. Tale misura potrebbe essere solamente temporanea (praticamente il solo 2012) se il governo riuscirà a riorganizzare il complesso sistema di agevolazioni fiscali e a sopperire quindi in altro modo ai quattrini che verrebbero dall'aumento dell'Iva.
I tagli alla spesa
I tagli alla spesa permetteranno al governo di risparmiare 9 miliardi. Il 66,6% di tale cifra deriverà dalle misure sulle pensioni, in particolare dal mancato adeguamento all'inflazione delle pensioni superiori ai 1400 euro mensili e dai risparmi che garantirà il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo, e dall'aumento dell'età pensionabile. I tagli riguarderanno anche le risorse da stanziare per Comuni, Regioni e Province che, però, potranno contare su altre entrate derivanti da Imu e Tares (tributo su rifiuti e servizi). La riduzione dei costi della politica e delle Authority peserà sui tagli alla spesa solamente per l'1,1%.
La manovra del governo Monti | Quattrogatti.info//
Aumenti di spesa
Le maggiori spese, il cui importo è stato stimato in 3,6 miliardi di euro, riguarderanno l'aumento delle risorse da stanziare per il trasporto pubblico locale e per lo sviluppo (aiuto alle esportazioni, fondo di garanzia per le piccole medie imprese e fondi regionali per lo sviluppo), e la diminuzione delle imposte per gli autotrasportatori che già si troveranno a fronteggiare l'aumento del costo dei carburanti.
Agevolazioni
Il provvedimento prevede anche minori entrate per un totale di 9,8 miliardi. Gli interventi principali riguarderanno gli incentivi alle imprese che investono capitali propri invece di richiedere prestiti (Ace, Allowances for corporate equity ) e a quelle che assumono a tempo indeterminato donne e giovani sotto i 35 anni. Prevista anche al deducibilità dell'Irap dalle imposte dirette (IRPEF e IRES) per ridurre il costo del lavoroper le imprese.
Misure su evasione e liberalizzazioni
Su liberalizzazioni e lotta all'evasione si è fatto poco. Tra le misure approvate vanno segnalate l'impossibilità ad effettuare pagamenti in contanti per cifre superiori ai 1000 euro, la condivisione di database tra banche ed Agenzia delle entrate, la liberalizzazione degli orari e dei giorni d'apertura degli esercizi commerciali, la possibilità per le parafarmacie di vendere alcuni tipi di farmaci, i maggiori poteri conferiti all'autorità garante della concorrenza e del mercato.