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Coppa America, Sirena: “Americani sciacalli su morte di Simpson”

Lo skipper di Luna Rossa a Repubblica.it rivela: “Dietro le modifiche ai timoni non c’è sicurezza, ma solo tentativi di aiutare Oracle ed Artemis a raggiungere il livello nostro e di New Zealand”
A cura di Giuseppe Cozzolino
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max sirena al molo

Un fiume in piena Max Sirena, skipper di Luna Rossa, che su Repubblica.it attacca facendo nomi e cognomi quelli che lui definisce "sciacalli" riguardo la vicenda della morte di Andrew Simpson, skipper di Artemis, avvenuta il 9 maggio a causa del ribaltamento del catamarano. Paul Cayard, Russel Coutts, Artemis ed Oracle. Questi gli sciacalli, secondo Sirena, rei di star sfruttando la morte di Simpson per ottenere vantaggi in acqua. "Sciacallaggio. Ecco cos'è" – chiosa Sirena – "E nient'altro. Mi spiace dirlo perché la vela è la mia vita, il mio mondo, il mio sport. Ma non possiamo continuare a fingere, a dire che questa è la Coppa America dei gentiluomini, del fair play. Non è vero niente. Oracle e Artemis stanno facendo una cosa illegale, vergognosa e lo stanno facendo sfruttando la morte di ‘Bart' Simpson, un velista, un amico. E io mi sono rotto di accettare tutto in silenzio". In pratica, sostiene Sirena, il problema sarebbe che Luna Rossa e New Zealand erano riusciti in tre anni di lavoro a far "volare" i propri catamarani, mentre Artemis ed Oracle sarebbero rimasti indietro. Da qui, sempre secondo Sirena, lo sfruttamento della tragedia di Simpson per chiedere una modifica ai timoni che, di fatto, li rimetterebbero sullo stesso piano degli altri due catamarani.  "Per modificare i timoni come vogliono loro" – spiega Sirena – "bisogna cambiare le regole di stazza. Come dire che ci hanno fatto costruire una macchina con 2000 di cilindrata e adesso a una settimana dalla gara loro vogliono correre con un 2200. Ma la cosa peggiore è che vogliono far passare questa modifica regolamentare come una decisione presa per motivi di sicurezza". Sicurezza che, secondo Sirena, arriva da tutt'altro: "Lo dico da molto prima dell'incidente. Era più di un anno che insistevo con Murrey, con Coutts, con Cayard e loro mi ridevano in faccia. Ridurre i limiti di vento – dicevo – potenziare i caschi, le bombole d'ossigeno, mettere dei punti sugli scafi a cui aggrapparsi in caso di ribaltamento, vietare l'ospite a bordo. Loro no, sordi, insistevano". Nessun dubbio, insomma, che le modifiche ai timoni servano solo ad Oracle ed Artemis: "Sono stati propostu 37 punti per migliorare la sicurezza: 35 erano condivisibili, due invece servivano solo per aiutare Oracle e Artemis a recuperare il terreno perso. Con New Zealand abbiamo proposto: facciamo passare subito i 35 e riflettiamo sugli altri due. Cayard ha risposto: no, o tutto o niente. Allora l'ho minacciato di pubblicare la risposta sui media. Così si capiva chi cercava di lavorare per la sicurezza e chi per sé. E siamo riusciti a far passare i 35 punti". Insomma, la polemica infuria. E se ne parlerà ancora a lungo.

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