Controlli della Polizia in tutta Italia contro gli anarchici per gli scontri di Roma
Dopo le violenze di Sabato a Roma durante la manifestazione di protesta degli indignati, ora è il momento di capire i motivi di quello che è accaduto, ma anche di cercare i responsabili dei danni e degli scontri nella Capitale. La polizia da ieri sta cercando di individuare i personaggi più violenti attraverso l’analisi delle migliaia di immagini e video che sono stati fatti durante la manifestazione.
Questa mattina una vasta operazione delle forze di polizia è in corso contro gli ambienti anarco-insurrezionalisti e sta interessando varie regioni italiane. Polizia e Carabinieri cercano di individuare armi e indumenti usati durante gli scontri di sabato per consegnare alla giustizia i possibili responsabili delle distruzioni di Roma. Le perquisizioni riguardano molti centri sociali, ma anche appartamenti in cui vivono noti esponenti dell’area anarchica e antagonista. In particolare si cercano armi improprie e liquidi infiammabili largamente usati contro cose e persone sabato scorso.
Una maxioperazione è in corso per scovare i responsabili degli scontri a Roma
Centinaia di poliziotti sono impegnati in perquisizioni e controlli a tappeto sull'intero territorio nazionale
Per il momento non si segnalano arresti, anche se il blitz è ancora in corso e diversi sequestri sono già stati compiuti. Certamente quella in corso è un’operazione a tappeto e non direttamente collegata ai responsabili delle violenze, anche se in questo modo si cerca di eseguire “una mappatura delle formazioni più estreme”, come ha detto il sottosegretario all’interno Mantovano, per poi cercare di scovare le singole responsabilità.
Ora, però, è anche il momento delle ricostruzioni e delle analisi, per molti è chiaro che quello di sabato è stato un attacco ben studiato e per nulla casuale. Tra i violenti molti erano ragazzi giovani ma ben preparati ad una vera e propria guerriglia urbana. Gli itinerari e gli obiettivi erano ben progettati, ma anche l’equipaggiamento e le armi usate fanno pensare ad una strategia preparata da tempo. Alcuni sospettano che la preparazione dei cosiddetti black bloc sia stata portata avanti durante le numerose proteste contro la Tav in Val di Susa. E’ quello che pensa, ad esempio, Stefano Esposito del Pd che dice “Chiomonte è stata utilizzata come una palestra per preparare e sperimentare azioni eversive da esportare poi nelle varie manifestazioni che caratterizzeranno l’autunno del nostro Paese”. Certamente alcuni dei personaggi presenti negli scontri contro la linea ferroviaria dell’Alta Velocità in Piemonte erano presenti anche negli scontri di Roma ed è probabile che dietro vi sia un gruppo ben addestrato per compiere blitz contro le forze di polizia.
La paura è che gli stessi gruppi violenti possano imperversare durante la prossima manifestazione dei no-tav organizzata per il 23 ottobre. Le accuse in particolar modo vengono lanciate contro alcuni centri sociali torinesi attivi nel movimento no-tav, è c’è chi già chiede misure più restrittive nei confronti dei fermati, come il Daspo usato nel calcio contro i tifosi violenti.