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Contro l’aumento degli stupri in India gli uomini si rasano la testa

In un Paese scosso dalla terribile ondata di stupri non sono solo le donne a indignarsi e a chiedere maggiore tutela. Anche gli uomini si uniscono alla protesta in diversi modi: almeno 35 persone, ad esempio, si sono fatti rapare la testa a zero pubblicamente.
A cura di Susanna Picone
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In un Paese scosso dalla terribile ondata di stupri non sono solo le donne a indignarsi e a chiedere maggiore tutela. Anche gli uomini si uniscono alla protesta in diversi modi: almeno 35 persone, ad esempio, si sono fatti rapare la testa a zero pubblicamente.

Dallo scorso 16 dicembre, giorno della violenza sessuale di gruppo nei confronti di una studentessa poi morta per le ferite subite, l’India è teatro di continue manifestazioni di protesta. Le donne scendono in piazza contro gli stupri, per chiedere giustizia e maggiore tutela: per i responsabili di tali violenze in tantissimi vogliono la pena di morte. E se le donne fanno sentire la loro voce e allo stesso tempo imparano a difendersi, anche gli uomini manifestano la loro rabbia con nuove iniziative. Almeno 35 indiani, ad esempio, ieri si sono fatti rapare a zero nel Jantar Mantar, lo spazio vicino al Parlamento a New Delhi dove sono in corso da giorni le manifestazioni di protesta. Un gesto simbolico per chiedere nuovamente al governo azioni più efficaci per arginare l’ondata di violenze sessuali contro le donne in tutto lo Stato.

Anche alcune donne si sono fatte tagliare delle ciocche – Per alcuni di loro – secondo quanto hanno dichiarato all’agenzia di stampa Ians – è questo, infatti, un gesto “concreto”, una protesta “per una causa giusta”. Il protagonista di questa forma di dissenso è un barbiere, Ram Kumar Thakur, che ha affermato di aver iniziato a lavorare alle 9.30 del mattino e che almeno 35 persone si erano presentate, per mettersi in fila e per poi aspettare pazientemente di farsi rapare la testa a zero. Un lavoro per il quale si è fatto pagare 20 rupie (29 centesimi di euro) e che non ha visto protagonisti solo gli uomini. Anche alcune donne, ha detto il barbiere, si sono fatte tagliare ciocche delle loro capigliature.

I chitarristi che suonano per la ragazza stuprata e uccisa – Ma questa degli uomini che si fanno rapare la testa non è l’unica iniziativa portava avanti in questi giorni in India: un gruppo di 600 chitarristi, ad esempio, ha dedicato alla ragazza stuprata sull’autobus la canzone “Imagine” di John Lennon. Il gruppo ha suonato il pezzo nel corso del festival musicale di Darjeeling, nell’est del Paese, la loro è stata una “scommessa” per diffondere un messaggio di speranza, di pace e promessa. E nel frattempo, come già annunciato nei giorni scorsi, le autorità dello stato indiano di Haryana hanno deciso di pubblicare online i nomi delle persone condannate per stupro e per altre forme di violenze sulle donne.

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