Conte anticipa i dati Istat e ammette che l’Italia è in recessione
Contrazione del Pil anche nel quarto trimestre del 2018. Per il secondo trimestre consecutivo. Il che vuol dire recessione. Per essere precisi “recessione tecnica”, ovvero la condizione che si crea quando si registra una riduzione del Pil per due trimestri consecutivi. E ad ammettere che ci sarà una contrazione è il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che anticipa i dati che l’Istat presenterà domani. “I dati del quarto trimestre prevedono una contrazione del Pil, probabilmente verrà ufficializzato dall’Istat già domani”, afferma Conte parlando all’assemblea di Assolombarda. Nel terzo trimestre del 2018 l’Istat aveva segnato una diminuzione dello 0,1% del Pil. Questo sarebbe il secondo trimestre consecutivo di contrazione, quindi. Una recessione tecnica che aveva già anticipato qualche giorno fa Bankitalia.
Il governo si giustifica immediatamente, scaricando le responsabilità sui governi precedenti. Fonti di governo spiegano: “La nostra manovra è entrata da poco. Quindi i possibili dati negativi sono il frutto di politiche economiche scellerate degli anni passati e di dati congiunturali non favorevoli (vedi la Germania). Reddito di cittadinanza e Quota 100 produrranno i loro effetti a partire da aprile. È evidente a chiunque che la recessione tecnica del terzo e quarto trimestre 2018 è il risultato dei fallimenti del passato. Noi siamo qui per invertire la rotta, e lo stiamo facendo”.
Conte aveva spiegato che i dati congiunturali non favorevoli non dipendono dall’Italia ma da fattori esterni come la situazione economica in Cina e Germania, “il nostro primo paese per export”. E si dice ottimista per il futuro: “Se nei primi mesi di quest'anno stenteremo, ci sono tutti gli elementi per sperare in un riscatto, di ripartire con il nostro entusiasmo, soprattutto nel secondo semestre, lo dice anche l'Fmi. Abbiamo una economia che crescerà, dobbiamo lavorare insieme, progettare gli strumenti per far crescere l'economia in modo robusto e duraturo”.
L’allarme dell’Upb: ‘A rischio la sanità’
L’allarme sull’economia italiana viene lanciato anche dall’Ufficio parlamentare di bilancio che parla di un aumento dei “rischi al ribasso” sulle previsioni di crescita presentate dal governo. E il timore riguarda soprattutto la spesa sanitaria che potrebbe essere “oggetto di riduzioni consistenti” in caso di peggioramento delle condizioni economiche. In sostanza, se sarà necessario recuperare risorse, lo si potrà fare tagliando sulla sanità. Inoltre, l’Upb sottolinea che il rispetto delle regole europee di bilancio non è assicurato nonostante le modifiche apportate alla manovra.
Rimangono “rilevanti” i rischi al ribasso segnalati, “soprattutto per il prossimo biennio. I dati congiunturali rilasciati successivamente hanno accresciuto i fattori di rischio, anche nel breve termine”. Tanto che gli obiettivi programmatici di finanza pubblica potrebbero essere esposti a “una serie di elementi di criticità e soggetto a rischi e incertezze che riguardano il quadro macroeconomico”.