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Congresso Pd, si vota fino a domenica 27. Nicola Zingaretti in testa nel 56% dei circoli

Secondo fonti parlamentari il dato di oggi, ancora parziale (90% dei circoli), vede aumentare ulteriormente il vantaggio del governatore del Lazio: Nicola Zingaretti sarebbe in vantaggio in 1.559 circoli, pari al 56% del totale. Secondo si posizionerebbe Maurizio Martina con 844 circoli, 30,3% del totale. Terzo Roberto Giachetti con 211 circoli, 7,6%.
A cura di Annalisa Cangemi
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Slitta la chiusura del voto nei circoli del Pd, che in un primo momento era attesa per mercoledì 23 gennaio. Il presidente della Commissione Congresso, Gianni Dal Moro, ha detto che "vista la difficoltà manifestata da diversi circoli a terminare la propria fase di convenzione, ha deciso all'unanimità di prorogare la votazione nei circoli fino a domenica 27 gennaio". Le difficoltà maggiori si stanno registrando al Sud, soprattutto in Calabria e Sicilia. Le prime cifre diffuse dalla Commissione Congresso hanno confermato gli ultimi sondaggi, con Nicola Zingaretti in testa e Maurizio Martina che si piazza al secondo posto: gli iscritti interessati al voto sono stati pari al 46.5% della platea congressuale. L'affluenza sulla platea degli aventi diritto è stata del 51.05% pari a 93.000 votanti. Questi i risultati parziali: Zingaretti 48,5%, Martina 35,1%, Giachetti 12,8%, Boccia 2.3%, Saladino 0,67% Corallo 0,63%. Fonti parlamentari dem hanno spiegato che il dato di oggi, ancora parziale e in attesa della verifica della Commissione Congresso, vede aumentare ulteriormente il vantaggio del governatore del Lazio: stando ai risultati relativi a circa il 90% dei circoli, Nicola Zingaretti sarebbe in vantaggio con 1.559 circoli, pari al 56% del totale. Secondo si posizionerebbe Maurizio Martina con 844 circoli, 30,3% del totale. Terzo Roberto Giachetti con 211 circoli, 7,6% del totale. Indietro Francesco Boccia (22 circoli, 0,3%), Dario Corallo (3 circoli, 0,1%) e Maria Saladino (3 circoli, 0,1%).

Il governatore del Lazio ha commentato i numeri: "Sono contento del clima, dell'atmosfera, del fatto che è passato un messaggio semplice, cioè che bisogna cambiare, che questo partito sta ritrovando la voglia di mettersi in gioco. Otto mesi fa – ha aggiunto – la discussione era se ci scioglievamo. Oggi il Pd sta tornando al centro di qualsiasi ipotesi di ricostruzione di un'alternativa a questa maggioranza. Era il mio primo obiettivo".

Il manifesto di Calenda per le europee

Il manifesto lanciato da Carlo Calenda per le europee, ‘Siamo Europei' ha incassato le prime 120mila adesioni. "Centoventimila persone iscritte che sono pronte a mobilitarsi e a sostenerlo in tutti i modi in meno di quattro giorni è un numero gigantesco", ha detto questa mattina Carlo Calenda a Milano a margine di una iniziativa della Fim-Cisl.

"Dobbiamo – ha aggiunto – continuare ad allargarlo. Fra una decina di giorni inizio un giro per l'Italia per farlo vedere: ora il Pd tutto si è compattato dietro, ora si è aggiunto anche Demos; andrò al congresso di +Europa per spiegare la nostra proposta. Non è il momento della divisione: è il momento dell'unità per chi condivide i contenuti e non vuole fare alleanze nazionali con Lega e M5s perché se no sarebbe trasformismo politico. La nostra proposta è di fare una lista unitaria con Pd, +Europa, movimento di Pizzarotti, Italia in Comune, Volt Italia, l'associazione dei giovani che sta lavorando molto bene, Demos, tanti cittadini e forze politiche e civiche che si riconoscono".

"Tutto il Pd – ha concluso Calenda – per una volta ha detto che sta dietro a questo manifesto. Io non mi sto muovendo indipendentemente dal Pd e da una persona come me che è iscritta al Pd. Io lo vedo come un modo per aiutare non solo il Pd ma chi condivide queste idee".

Cesare Damiano, interpellato sul manifesto ha detto: "Devo leggere ancora il Manifesto di Calenda. Sicuramente è una proposta che può spingere verso l'unificazione delle forze. Io, però, guardo a sinistra e credo che in vista delle elezioni europee sarebbe necessario rafforzare il dialogo con tutte quelle forze, quelle componenti, che sono anche uscite dal Pd, che possono aiutarci a far fronte a questa avanzata del populismo. Naturalmente quando si lancia l'unità delle forze bisogna, soprattutto, leggere i contenuti del programma perché non si può mettere insieme il diavolo è l'acqua santa".

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