Congresso famiglie, Luigi Di Maio: “A Verona festeggiano un nuovo medioevo, io non ci vado”
"Io ho visto che su questo congresso di Verona ci sono teorie di alcuni partecipanti sulla donna che non mi rappresentano per nulla, per me la Famiglia è sacra ma io sono per la libertà della donna. Lì si parla della donna come quella che deve stare a casa a cucinare. Si prepara un festeggiamento di un nuovo medioevo che io non vado a festeggiare". Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio rispondendo ai cronisti sul World Families Congress di Verona, previsto per il prossimo 29 marzo. Ieri al contrario ha dato la sua adesione ufficialmente il vicepremier leghista Matteo Salvini, al fianco del ministro della Famiglia Lorenzo Fontana e del senatore della Lega e vice presidente della Commissione bicamerale infanzia e adolescenza Simone Pillon. Ma per il ministro pentastellato i partecipanti dell'evento di Verona fanno parte della "destra degli sfigati".
Sul ritiro del patrocinio all'evento, annunciata nei giorni scorsi da Palazzo Chigi, è stata avviata un'istruttoria. La presidenza del Consiglio aveva preso le distanze dall'evento, bollandolo come iniziativa autonoma del dicastero guidato dal ministro Fontana. Ma il ministero della Famiglia aveva smentito tutto, negando ci fosse stato un passo indietro da parte di Palazzo Chigi. E così tra botta e risposta e rimpalli di responsabilità la presidenza del Consiglio sta cercando di fare chiarezza. "Tutte le istruttorie che hanno aperto a palazzo Chigi per tornare indietro su quel patrocinio io le benedico", ha commentato Di Maio, che aveva detto di non sapere nulla circa la concessione del patrocinio: "A me non risulta che sia stata inoltrata una richiesta di patrocinio a Palazzo Chigi", aveva sottolineato.
"Sul Congresso delle Famiglie in programma a Verona si sono lette e si leggono ancora moltissime fake news, un'opera di disinformazione volta a screditare quella che in realtà sarà una grande festa per tutte le mamme, tutti i papà, tutti i figli e tutti i nonni. Chi ama la famiglia non può non condividere questa iniziativa. Saremo tantissimi, per una giornata per celebrare la famiglia e l’importanza dei papà delle mamme dei nonni e dei bambini. Mi permetto di invitare tutti a partecipare, anche chi è stato forse male informato al riguardo", ha detto Pillon, padre del ddl che dovrebbe riformare la legge sul divorzio e sull'affido.
Intanto la rete femminista ‘Non una di meno' ha annunciato che sarà a Verona per manifestare contro il Congresso. Ha convocato un corteo e una tre giorni di mobilitazioni, chiamata ‘Verona Città Transfemminista', per parlare di diritti delle donne e delle persone Lgbtqi, per schierarsi contro l'evento che si terrà "nella città del ministro Fontana, culla della destra misogina e transomofobica italiana che si candida a essere la capitale europea della reazione antifemminista con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, annunciato e poi revocato ma non rimosso dal sito del Congresso, e quello della regione Veneto".
"All'incontro – hanno sottolineato le attiviste di Non una di Meno – oltre al vicepresidente del consiglio e ministro dell'Interno Matteo Salvini, ci saranno: il ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana, il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti, il senatore della Lega Simone Pillon, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, il sindaco di Verona Federico Sboarina, la presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, il presidente del Family Day Massimo Gandolfini. E ci saranno esponenti politici di governi dove l'omosessualità è reato o viene perseguita, dove l'aborto è illegale o dove vengono sistematicamente presentati progetti di legge per renderlo tale, come in Polonia".
Tra le iniziative organizzate da Non una di meno ci saranno convegni per raccontare come è nata e come si è diffusa la cosiddetta ‘ideologia del gender', con ricercatrici europee; laboratori di piazza per insegnanti sull'educazione contro sessismo e razzismo nella formazione; prevista anche la proiezione del documentario ‘Aborto, le nuove crociate', della TV franco-tedesca Arté, sugli attacchi a livello internazionale alle leggi che regolano l'aborto.