Condono fiscale, passa la linea 5 Stelle: no a dichiarazione integrativa
Il condono fiscale non ci sarà. O meglio, sarà possibile regolarizzare solo le somme già dichiarate, mentre viene eliminata la possibilità di presentare la dichiarazione integrativa. È quanto emerso dal vertice fiume di Palazzo Chigi fra il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, i vice Luigi Di Maio e Matteo Salvini e i sottosegretari all’Economia Castelli, Garavaglia e Bitonci. L’accordo interno alla maggioranza, confermato sia da fonti del Movimento 5 Stelle che della Lega, chiude il cosiddetto “caso manina”, sollevato in diretta televisiva da Luigi Di Maio, che scoprì nello studio di Bruno Vespa un “passaggio” controverso inserito nel decreto fiscale.
Tecnicamente sarà riscritta la parte dell’articolo della “discordia” che prevedeva la possibilità di correggere “errori o omissioni e integrare le dichiarazioni fiscali presentate entro il 31 ottobre 2017 ai fini delle imposte sui redditi e relative addizionali, delle imposte sostitutive di quelle sui redditi, delle ritenute e dei contributi previdenziali, dell’imposta sul valore degli immobili all’estero, dell’imposta sulle attività finanziare all’estero, dell’Irap e dell’Iva. L’integrazione degli imponibili è ammessa nel limite di 100 mila euro per singola imposta e per periodo di imposta e comunque non oltre il 30% di quanto già dichiarato”.
Stando a quanto si apprende, dunque, non ci sarà la possibilità di presentare una dichiarazione integrativa, ma si potranno correggere eventuali errori formali contenuti nelle dichiarazioni dei redditi già presentate, semplicemente pagando 200 euro per ogni anno. Fonti della maggioranza fanno poi sapere che verrà data alla Guardia di Finanza la possibilità di accedere direttamente alle banche dati dell’anagrafe tributaria, senza attendere il via libera della magistratura. Confermate invece le misure della cosiddetta “pace fiscale”, tra cui le nuove modalità di rateizzazione delle somme dovute al fisco.
Salta invece la norma che prevedeva l’ampliamento delle fattispecie per le quali applicare il carcere per gli evasori. Sul tema, il Movimento 5 Stelle presenterà probabilmente un disegno di legge parlamentare, ma non ci saranno riferimenti nel decreto né emendamenti del governo durante la discussione in Aula.