Condono fiscale, Massimo Garavaglia (Lega): “Quel testo lo conoscevamo tutti”
Il giallo sul testo del decreto fiscale collegato alla manovra, che sarebbe stato ‘manipolato' prima dell'invio al Quirinale, si infittisce. Massimo Garavaglia, sottosegretario leghista all'Economia, incalzato dai cronisti, dice: "Lo sapevano tutti". Le norme del decreto fiscale contestate da Luigi Di Maio non sarebbero state modificate da una ‘manina', tecnica o politica che fosse, a insaputa del Movimento Cinque Stelle. Alla domanda sulle informazioni in possesso di Di Maio, Garavaglia risponde così: "Non lo so…Chiedete a lui". Garavaglia smentisce quindi l'ipotesi del complotto, che Di Maio ha attribuito a generici avversari politici, che avrebbero di fatto modificato le norme sullo scudo fiscale di capitali all'estero, nella parte relativa alla cosiddetta ‘pace fiscale'. Con le correzioni apportate al testo, il cui invio è stato bloccato dal premier Conte fino a venerdì, verrebbe introdotta la non punibilità penale di condotte come riciclaggio e autoriciclaggio connesse al reato di evasione fiscale. Una norma che la base pentastellata giudica inaccettabile, e minaccia di non votare il decreto in Parlamento, qualora contenesse un condono per quote sopra i 100mila euro.
Garavaglia è stato contestato dal Partito democratico, per non aver voluto fornire dettagli sulla vicenda in Commissione Bilancio: "Alla richiesta della commissione Bilancio su cosa sta capitando sul decreto fiscale il viceministro Garavaglia non può rispondere perché dice di leggere i giornali la domenica e di non guardare la tv. Auspichiamo che abbia almeno contatti col Mef". Lo ha detto su twitter è il senatore del Pd Mauro Maria Marino. L'episodio è segnalato anche dal senatore Antonio Misiani: "Il viceministro dell’economia Garavaglia interrogato in commissione bilancio Senato sulla ‘manina' di Luigi Di Maio, risponde che non legge i giornali e non guarda la televisione… regaliamo un abbonamento a Massimo Graravaglia", e il tweet si conclude con l'hashtag ‘#asuainsaputa'.
E ancora: "I magistrati di Roma attendono che Luigi di Maio si presenti in Procura per depositare la denuncia contro il suo stesso governo, come ha annunciato a milioni di italiani su Rai1, sui giornali e sui social network. Come mai ancora non si è presentato?", lo ha scritto su Facebook il deputato del Pd Ubaldo Pagano. "Come mai Di Maio non ha ancora denunciato il premier Conte, l'unico titolato a inviare un testo al Quirinale, o il sottosegretario Giorgetti, che vidima e verifica la scrittura di ogni decreto, o il viceministro Garavaglia, che ha detto che tutti sapevano del contenuto del Dl Fiscale, compresi anche i ministri M5s? Se non lo farà, sarà la conferma che ha mentito, che era tutta una buffonata, come peraltro è evidente dalla lunga sequenza di smentite subite, a partire dal Quirinale. Stanno varando il più grande condono della storia degli ultimi decenni, la mafia e la malavita stanno purtroppo già brindando".
In Transatlantico Garavaglia commenta così la presunta ‘manipolazione': "Non mi sono fatto nessuna idea, in genere i testi li commento quando escono in Gazzetta Ufficiale…".Non so nulla, che è successo? Ho visto ai Tg che c'è stata un po' di confusione: raccontatemi. Siamo a corto di notizie". Intanto Gian Marco Centinaio, ministro delle Politiche agricole, prende le distanze dalla vicenda: "La ‘manina' non era non era la mia", dice, ribadendo poi la fiducia tra Di Maio e il sottosegretario Giancarlo Giorgetti: "Ci mancherebbe anche altro. Come il M5S gode della fiducia della Lega".