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Concordia, terza udienza a Grosseto: “Nave salva grazie a Dio, non a Schettino”

Il comandante Francesco Schettino partecipa anche al terzo giorno di udienza per l’incidente probatorio sulla scatola nera della Costa Concordia, attualmente in corso al Teatro Moderno. Contro di lui si scaglia il procuratore Verusio.
A cura di Susanna Picone
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Il comandante Francesco Schettino partecipa anche al terzo giorno di udienza per l’incidente probatorio sulla scatola nera della Costa Concordia, attualmente in corso al Teatro Moderno. Contro di lui si scaglia il procuratore Verusio.

Terzo giorno di udienza sull’incidente probatorio sul naufragio della Costa Concordia in corso a Grosseto, in un Teatro Moderno da giorni trasformato in aula di giustizia. Come di consueto non manca Francesco Schettino, comandante della nave naufragata al Giglio e già protagonista nei giorni scorsi a Grosseto. È arrivato insieme ai suoi legali al Teatro, ha salutato i fotografi augurando a tutti un buon lavoro. Poi ha aggiunto scherzando, a un fotografo che l’aveva chiamato, “Vabbuò, sto bene, non ti preoccupare”. E oggi, in aula, si continua a parlare e a definire le responsabilità di Francesco Schettino: prima ci saranno le domande delle parti offese, poi la difesa del comandante e infine i Ris. All’ordine del giorno vi sono gli elementi audio a disposizione degli inquirenti per ricostruire le dinamiche del disastro. L’udienza è iniziata alle 9.30, diretta dal gip Valeria Montesarchio.

Schettino convinto di aver salvato molte vite – All’indomani del naufragio Schettino al telefono per esempio diceva, e continua a ribadirlo anche ora, di aver salvato tante vite con la sua “manovra”.  La sensazione che arriva dal Teatro Moderno è che però Francesco Schettino sia responsabile di tutti gli errori descritti in questi mesi: il procuratore di Grosseto, Francesco Verusio, ha parlato in questi termini della rotta seguita dalla nave in avaria.

È stata la mano del buon Dio a fare avvicinare la Costa Concordia al Giglio dopo l’urto contro gli scogli, altro che una manovra fatta dal comandante Schettino. Se non c’era quel vento di quella sera la nave si sarebbe capovolta e affondata in un minuto, non aveva propulsione e i timoni erano bloccati, l’ha salvata solo l’abbrivio.

Per Verusio ciò che emerge dall’incidente probatorio conferma i profili di colpa precedentemente individuati.

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