Concordia: confermati gli arresti domiciliari per Francesco Schettino
Francesco Schettino resterà agli arresti domiciliari. E’ quanto stabilisce il Tribunale del riesame di Firenze, in seguito ai ricorsi della procura di Grosseto e della difesa. Per la procura, il comandante a bordo della Costa Concordia, naufragata il 13 gennaio, Schettino dovrebbe andare in carcere, e ieri aveva avanzato anche l’ipotesi di una condanna pari a 2.697 anni di prigionia. La difesa, invece, voleva che il comandante tornasse libero. “I giudici non si sono fatti influenzare dall’opinione pubblica”, ha commentato il difensore Bruno Leporatti. Francesco Schettino si dice sollevato, e spera che alla conferma del Tribunale del riesame di Firenze segua "un’attenta analisi dei fatti avvenuti".
Soddisfatti gli avvocati difensori di Schettino
Ieri mattina l’udienza a Firenze avrebbe dovuto stabilire le sorti del comandante Francesco Schettino. Ai domiciliari da quasi un mese, il comandante è accusato di omicidio colposo, naufragio e abbandono di nave, così, la procura di Grosseto aveva proposto la condanna: 2.697 anni di prigionia. Nello specifico, i procuratori avevano spiegato che l’uomo dovrebbe scontare 15 anni per omicidio colposo plurimo, 10 anni per il disastro e 8 anni per ogni naufrago, tra sopravvissuti e vittime.
L'avvocato difensore di Schettino, Bruno Leporatti, aveva chiesto che il suo assistito venisse rimesso in libertà, ma si dice comunque soddisfatto della conferma dei domiciliari:
Il sistema giudiziario funziona. I giudici del riesame hanno applicato la legge senza farsi influenzare dalle suggestioni dell’opinione pubblica. Esprimo ancora una volta soddisfazione per l’autonomia e l’indipendenza della magistratura giudicante, che respingendo le suggestioni mediatiche, ha inteso dare puntuale applicazione alle norme ed ai principi giuridici del nostro ordinamento in tema di libertà personale”.